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Il Sole 24 Ore

Voucher Inps a quota 7,3 milioni ... In sette mesi venduti 7,3 milioni di voucher lavoro... Sette milioni e 300mila voucher lavoro venduti in sette mesi. Effetto della possibilità di acquisto in tabaccheria, o del boom dei lavoretti o della loro regolarizzazione? O del minor ricorso al lavoro dipendente, a tempo determinato o indeterminato, per certe professioni, dalla colf al vendemmiatore? Per il presidente delI’Inps, Antonio Mastrapasqua, la ragione del successo va ricercata “nell’allargamento della rete distributiva”. Tant’è che in soli due mesi i voucher venduti dai tabaccai sono stati 59mila. Ma certo appare anche come l’effetto della regolarizzazione di una serie di professioni a cui il voucher ha dato uno status diverso. La diffusione dei buoni lavoro è stata avviata dall’Inps per la vendemmia del 2008 e si è rivelata uno strumento per far emergere quelli che fino ad allora sono stati considerati lavoretti o tecnicamente lavoro occasionale e accessorio. I 7,3 milioni di buoni venduti da inizio anno sono stati distribuiti a quasi 100mila prestatori d’opera. Un quarto di loro, il 22%, sono giovani che hanno un’età inferiore ai 25 anni, mentre i giovani dai 25 anni in su sono il 29%. Quasi la metà, il 49%, è attribuito agli ultra sessantenni. Quanto al genere, gli utilizzatori sono per lo più uomini (68%), piuttosto che donne (32%). Glistranieri sono invece il 9% del totale. Sul territorio il campione nell’uso del voucher è il Veneto dove sono stati venduti il 18% dei buoni. Segue l’Emilia Romagna con il 14%, poi in terza posizione abbiamo la Lombardia con il 13% e a seguire il Piemonte con il 12% e il Friuli con il 10%. Il settore a farvi più ricorso è l’agricoltura dove sono stati distribuiti circa un terzo (il 34%) del totale dei voucher venduti. Nel commercio e nei servizi sono stati distribuiti l’11% dei buoni per ciascun settore e nel turismo il 5%. Proprio in questi tre settori è stata prevista un’azione di vigilanza e verifica mirata, dal primo luglio al 30 settembre, nei confronti delle aziende a carattere stagionale. “Si deve consolidare una nuova mentalità per facilitare il ricorso al nuovo strumento - spiega Mastrapasqua -. Questo non significa destrutturare il lavoro, ma essere consapevoli che far emergere quella piccola nicchia di lavoro nero, tanto utile ai giovani che ancora studiano, serve per iniziare a costruire la propria vita lavorativa, perché la vita previdenziale è necessario costruirla giorno per giorno”.

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