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Il Sole 24 Ore

Giuseppe Martelli Presidente del Comitato Nazionale Vini “Le regole spingano lo sviluppo” ROMA . I disciplinari di produzione sono strumenti che devono favorire lo sviluppo di un vino Doc non certo penalizzarlo. Ne é convinto Giuseppe Martelli, presidente del Comitato vini, la struttura del ministero per le Politiche agricole chiamata a vagliare, entro il 2011, le circa 320 richieste di modifica dei disciplinari odi riconoscimento di nuove denominazioni d’origine. “Il lavoro è a buon punto - spiega Martelli (che è anche direttore di Assoenologi) -sulle 320 istanze presentate oltre 200 sono già state valutate. Qualcuna risulta incompleta. Mentre ne restano da esaminare 100 entro la fine dell’anno.

Non mancano però le polemiche.

Bisogna fare attenzione a non creare dei danni alle Doc con contrapposizioni che magari nulla hanno a che fare con il mercato.

Ad esempio nel caso dell’Asti sussistono rischi reali perla denominazione.
Sul nome esiste un rischio concreto, perché la Corte di giustizia Ue già nel caso Tocai ha chiarito che il nome geografico prevale sulla tradizione. E quindi in un eventuale ricorso i magistrati potrebbero riconoscere l’uso del nome Asti ai viticoltori di Asti e non anche a coloro che 16 utilizzano da anni. Una prospettiva che rischia di creare un danno commerciale e sulla quale sarebbe meglio riflettere e correre ai ripari.

Anche la vicenda dell’Igt Emilia è complessa.

Anche lì bisognerebbe riuscire a contemplare la richiesta di maggiori controlli avanzata dai produttori emiliani con le aspettative degli imbottigliatori che da anni investono per confezionare Lambrusco e che si vedrebbero estromessi da un obbligo di vinificazione nella sola zona d’origine.

E poi c’è anche la diatriba pugliese sul Nero di Troia.

Su questo voglio chiarire un punto: il Comitato vini non pub essere chiamato a dirimere su scala nazionale i problemi che regioni e comuni non sono riusciti a risolvere su base locale.

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