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Il Sole 24 Ore

La carica dei sommelier: Iscritti oltre quota 31mila ... Cultura del bere. Maietta (Ais): Siamo gli ambasciatori del made in Italy... I consumi divino in Italia sono in picchiata da decenni, mail numero degli aspiranti sommelier è in continua crescita apparentemente un paradosso, ma il segno inequivocabile che si beve meno ma si pretende il meglio. Negli ultimi anni, l’interesse dei consumatori per la cultura del vino e del cibo è cresciuta moltissimo sia in Italia che all’estero. Praticamente in controtendenza rispetto ai consumi pro capite che, negli ultimi 30 anni, si sono dimezzati, fino ad attestarsi a circa 40 litri l’anno. Insomma il consumatore punta a prodotti di qualità. Ed è per questo che la figura del sommelier ha acquistato un peso crescente. Tant’è che l’Ais, l’Associazione italiana sommelier, conta ben 3lmila iscritti, circa 1130% in più rispetto a dieci anni fa.

Ma non è solo una questione di numeri, conta anche la composizione: oltre la metà dei soci sono under 40 e 9.100 sono donne, il 30% del totale. Quali le regole d’oro dell’Ais? Valorizzare la cultura enogastronomica in Italia e all’estero, divulgare la conoscenza e il consumo responsabile dei vini e di altre bevande alcoliche, qualificare la figura e la professione del sommelier curandone direttamente la preparazione. “I sommelier italiani - osserva il neo presidente Antonello Maietta - sono oggi gli ambasciatori del vi- no di qualità e delle produzioni gastronomiche d’eccellenza. Nella crescita del valore dell’export del vino italiano nel mondo, un ruolo non secondario viene giocato proprio dai sommelier, che, attraverso una seria e approfondita formazione, raccontano pregi e virtù dei nostri vini nei migliori ristoranti, alberghi, enoteche e durante convegni e tavole rotonde”.

L’internazionalizzazione è una leva fondamentale per il comparto del vino, considerato anche il calo costante dei consumi interni: in Italia si consumano circa 20 milioni di ettolitri. Allo stesso tempo il consumo divino si è ormai diffuso in tutto il mondo o è sul punto di acquisire un peso rilevante, come in Cina. Per esempio, per rimanere in Occidente, negli Stati Uniti il consumo divino ha superato, in termini assoluti, la domanda degli italiani mentre in Gran Bretagna i consumi sono praticamente raddoppiati dal 1990. Di questo trend ne approfitta anche il vino made in Italy: nel 2010 ha registrato un record storico con un fatturato stimato in 3,7 miliardi di euro, in aumento del 9 per cento.

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