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Il Sole 24 Ore

Per il vino etichette a prova di falsari ... Tutela dei marchi. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto sui nuovi contrassegni di Stato anti-contraffazione per Docg e Doc... Ricci Curbastro (Federdoc): provvedimento positivo, con filigrana e scritture invisibili sarà più difficile ingannare i consumatori... Giro di vite sulle contraffazioni dei vini Doc e Docg. Con il decreto 19 aprile 2011 (pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 106 dello scorso 9 maggio) sono stati definiti i nuovi contrassegni di Stato dedicati ai vini a denominazione d’origine. Le nuove “fascette” (che potranno essere applicate a cavallo della capsula oppure attorno al collo della bottiglia in modo però che non ne sia possibile il riutilizzo) saranno realizzate dall’Istituto poligrafico dello Stato a partire dal prossimo mese di ottobre e si applicheranno dalla campagna produttiva 2012. I contrassegni con l’ologramma di Stato saranno obbligatori per tutte le denominazioni d’origine. Tuttavia, i soli vini Doc, su richiesta dei consorzi di tutela, potranno richiedere, in alternativa, di indicare su bottiglie e altri contenitori il numero del lotto produttivo. Le nuove fascette saranno di soli due colori (indipendentemente dalla tipologia del vino): uno violaceo per i vini a denominazione d’origine controllata e garantita l’altro verde per i vini Doc. Una soluzione semplificata rispetto all’attuale che prevede tre distinti colori per i vini bianco, rosso o spumante Docg ai quali se ne aggiunge un quarto - unico - per tutte le Doc. La distinta etichettatura è stata adottata per marcare le differenze tra le due principali tipologie di vino italiano, che prevedono per le Docg vincoli produttivi e esami organolettici più stringenti. I contrassegni poi riporteranno un codice alfanumerico che assicurerà la piena rintracciabilità del prodotto (garantendo agli organismi di controllo di risalire al lotto e all’azienda produttrice) e il formato della confezione (che potrà variare da un minimo di 0,100 millilitri a un massimo di 3 litri). Mentre, facoltativamente, potrà essere riportato il nome per esteso della denominazione e - laddove è previsto - anche il simbolo come ad esempio il gallo nero per il Chianti classico oppure la “F” per la Franciacorta. Si tratta di indicazioni per “addetti ai lavori” e che, contrariamente a quanto avviene per altri prodotti non possono essere “decodificate” direttamente dai consumatori. “I nuovi contrassegni - spiega il presidente della Federdoc (la federazione dei consorzi di tutela), Riccardo Ricci Curbastro - hanno un’importante valenza anticontraffazione visto che sono difficili da replicare anche con le moderne tecnologie. La filigrana, le microscritture, i caratteri in rilievo, le sfumature cromatiche e, per finire, il ricorso a tecniche grafiche invisibili sono infatti a prova di falsario”. A partire dalla prossima campagna, quindi, ed entro il 15 marzo di ogni anno, le strutture di controllo autorizzate dovranno comunicare per via telematica all’Ispettorato per il controllo della qualità e al ministero per l’Economia, il quantitativo di fascette da stampare per ciascuna denominazione. La valutazione di tali quantitativi viene fatta dalla struttura di controllo sentito il consorzio di tutela. Gestione, distribuzione e ritiro dei contrassegni spettano agli organismi di controllo che, in linea con quanto previsto per la riforma dei vini Doc e Docg sono subentrati nelle competenze prima svolte dalle Camere di commercio e dai consorzi di tutela. Questi ultimi, tuttavia, possono essere delegati dagli organismi di controllo, alla gestione e distribuzione dei contrassegni di Stato.

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