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Il Sole 24 Ore

Il decalogo per la Ferrero responsabile ... Prima si faceva, ma non si diceva. Oggi tutti la chiamano responsabilità sociale d’impresa. “Prima non c’era nemmeno il nome per definirla - riflette l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, vicepresidente di Ferrero international, presentando il Rapporto di sostenibiità sociale 2011 con le linee guida 2013-2020 - perchè è un valore forte nel nostro Dna, esiste da quando nemmeno si chiamava così”. Siamo al bis, ma non è un mistero che il fondatore della multinazionale di Alba, Michele Ferrero, avesse delle perplessità riguardo al tema. Continua Fulci: “Nel dopoguerra, quando invece di sradicare i contadini dalle campagne Ferrero mandava i suoi piccoli puliman color nocciola e mandava i contadini a produrre le dolcezze della Ferrero. La sera, gli stessi autobus riportavano i contadini nelle loro fattorie e così si sono salvati i noccioleti e le splendide vigne del Barolo, il Barbera e tanti vini meravigliosi delle Langhe”. E però. Ferrero è una multinazionale che, in nome della responsabilità sociale, ha creato una serie di imprese sociali. Pietro Ferrero, il figlio maggiore di Michele, scomparso di recente per un malore che non gli ha dato scampo, era in Sudafrica, al lavoro proprio in una di queste realtà. La novità di questa edizione sta in un decalogo che rende strutturale l’impegno sociale. Alcuni punti, come la Fondazione Ferrero e le imprese sociali sono in corso, l’adozione di un codice di condotta commerciale e l’implementazione della catena produttiva trasparente saranno realizzate entro il 2013. Poi c’è il completamento del piano di condivisione dei principi d’azienda, la salvaguardia dell’ambiente con la capacità di autoproduzione energetica pari al fabbisogno di tutti gli stabilimenti produttivi in Europa entro il 2013; la riduzione del 30% delle emissioni, nel trasporto e stoccaggio, la riduzione del consumo idrico per unità di prodotto negli stabilimenti produttivi (del 20% entro il 2020). E, ancora, l’approvvigionamento di cacao, olio di palma e caffè certificati sostenibili per il 100% del fabbisogno entro il 2015, l’ampliamento di “Kinder+Sport”, il programma per uno stile di vita sano entro il 2013. Infine, l’adozione di una politica di autoregolamentazione delle pubblicità per i bambini dal 2012. Nella lista della spesa sociale, Ferrero non s’è fatta mancare niente.

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