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Il Sole 24 Ore

Il tradimento russo contro i nostri vini ... Dazi ed export... La celebre immagine dei sorrisi siberiani fra Putin e Berlusconi, con tanto di colbacco, ha davvero fatto il suo tempo. Perché, alla prova dei fatti, l’Italia non solo per la Russia non è un partner privilegiato, ma risulta persino un interlocutore collocato un passo indietro gli altri. Lo testimonia la recente, nuova imposizione fiscale fissata da Mosca a carico del vino italiano, prodotto simbolo e grande ambasciatore del made in Italy. Si tratta, per giunta, di un balzello doppio rispetto a quello applicato alla Francia e alla Spagna. La circostanza crea così un’ingiustificabile discriminazione anche fra paesi che appartengono all’Unione europea. Certo, forse si punta a colpire i prodotti made in Italy perché sono quelli che stanno registrando le performance migliori in Russia. E quindi si sceglie di agire laddove si può generare un gettito maggiore. Ma proseguendo sulla strada di schizofreniche disparità di trattamento, non ci saranno regole Wto che tengano. Mosca continuerà a essere un “osservato speciale”. E dei sorrisi in Siberia fra i premier, rischia di rimanere soltanto il gelo.

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