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Il Sole 24 Ore

Fronte italiano contro dazi russi ... Vino. La decisione di Mosca provoca la reazione di imprese e istituzioni... Le imprese del vino italiano contro le nuove imposizioni fiscali del Governo russo. A partire dallo scorso lunedì infatti (si veda Il Sole 24 Ore del 3 luglio 2011), Mosca ha introdotto il principio del valore minimo (customs profile) sulle importazioni in Russia di vino made in Italy. in sostanza, è stata allargata la base imponibile sulla quale sono calcolati dazi, accise e diritti doganali producendo, da un lato, un inasprimento fiscale ai danni delle etichette italiane e, dall’altro, introducendo anche una pesante discriminazione fra i prodotti italiani e quelli di Francia e Spagna per i quali, invece;il dazio sarà ridotto. Tanto che il nuovo regime fiscale porterà, secondo i calcoli di Federvini,a un incremento dei prezzi che peri vini italiani sarà del 30% contro un rincaro del 12% stimato invece per le etichette francesi e spagnole. “È necessario chiarire al più presto i motivi alla base dell’aumento della tassazione prevista dal Governo russo - ha detto ieri Confagricoltura - e soprattutto perché questa nuova imposizione sia più che doppia rispetto a quella richiesta a Francia e Spagna”. Per il presidente della Cia, Giuseppe Politi “così si innesca un meccanismo di concorrenza sleale che favorisce i nostri maggiori competitor europei”. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, che in una interrogazione ha chiesto alla Commissione Ue di intervenire per ripristinare pari condizioni alle esportazioni dei diversi Paesi europei. La decisione di Mosca ha acceso le reazioni italiane anche perché la Russia rappresenta uno dei mercati più promettenti per l’export vinicolo italiano, considerato che nei primi tre mesi del 2011 le spedizioni dì bottiglie sono cresciute del 91% rispetto al primo trimestre 2010. “Si tratta di una decisione arbitraria e ingiustificata” ha aggiunto il presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini che, anche a nome dei presidenti di Legacoop agroalimentare, Luppi, e di Agci Agrital, Buonfiglio, ha chiesto l’intervento del ministro per le Politiche agricole, Romano, e di quello degli Esteri, Frattini “perché il problema venga risolto al più presto”.

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