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Il Sole 24 Ore

Campari brinda ai 10 anni di borsa … Il gruppo in un decennio ha più che raddoppiato il fatturato, triplicato gli utili e quadruplicato la capitalizzazione... Capitalizzazione quasi quadruplicata, fatturato più che raddoppiato e redditività quasi triplicata. Si potrebbero riassumere così i dieci anni di quotazione del Gruppo Campari, festeggiati ieri in Borsa Italiana. “In questi dieci anni siamo cresciuti sia per linea organica soprattutto a livello internazionale sia attraverso acquisizioni. Il risultato è un fatturato pari a due volte e mezzo quello di dieci anni fa e un risultato netto quasi triplicato” commenta Bob Kunze-Concewitz, amministratore-delegato del gruppo, che sul futuro rilancia: “Siamo pronti a continuare nella nostra strategia di crescita e abbiamo circa 500 milioni di euro da investire. I nostri target possono essere marchi di lunga storia ma un po’ impolverati e quindi da rilanciare o stelle nascenti con alti tassi di crescita che possiamo supportare nello sviluppo internazionale”. L’attuale indebitamento finanziario netto del gruppo è pari a due volte l’Ebitda, spiega il ceo, “ma ci sarebbe spazio per arrivare a 4,5 volte, come la media del settore. Preferiamo comunque mantenere un atteggiamento conservativo”.

Il gruppo in dieci anni è passato da 10 a 45 marchi, acquisendo nomi noti come Aperol, Riccadonna, GlenGrant, Skyy Vodka e WildTurkey. Presente in 13 paesi al mondo, Campari conta ora oltre 2.200 dipendenti, contro i 932 del 2000. Solo negli ultimi quattro anni sono state aperte otto consociate: Argentina, Messico, Cina, Australia, Russia, Ucraina, Austria e Belgio. Ma se Kunze-Concewitz deve puntare su alcune aree geografiche preferisce l’America del Sud e l’Europa dell’Est, anche se “siamo interessati ad acquisizioni intelligenti in tutti e 13 i mercati in cui siamo già presenti”, spiega il manager. “La nostra industria - continua Kunze-Concewitz - è ancora molto frammentata a livello internazionale. I top 100 del settore contano solo per il 15% dei volumi e il 20% del valore del mercato. È in atto un processo di consolidamento e di globalizzazione e noi vogliamo giocare un ruolo importante in questo sviluppo del mercato”. Campari attualmente è il sesto player al mondo ma i primi a livello mondiale, Diageo e Pernod Ricard, hanno dimensioni dieci volte superiori e proprio per questo l’ad del gruppo italiano crede sia necessario “aumentare i volumi del gruppo”.
Il titolo Campari in Borsa ieri ha chiuso le contrattazioni a 5,73 euro, in calo dell’1,21%, ma dalla quotazione ha registrato un saldo positivo del 270 per cento. “Il nostro gruppo è un caso particolare. Come società quotata siamo sottoposti a una disciplina molto stretta, ma allo stesso tempo avendo un azionista di maggioranza assoluta abbiamo la possibilità di muoverci in autonomia nella scelta delle strategie di sviluppo” spiega l’ad.

Il gruppo è controllato al 51% da Alicros, società che fa capo a Rosa Anna Magno Garavoglia. Fra i soci con quote rilevanti c’è Cedar Rock Capital con il 10,5%, Morgan Stanley Investment Management e Indipendent Franchise Partners con il 2% circa ciascuno.

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