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Il Sole 24 Ore

Vino e metalli tesori argentini ... Dalle elezioni presidenziali del 23 ottobre uno scenario di continuità ... L’Argentina granaio del mondo è una forma espressiva che, dall’inizio del secolo scorso a oggi, non ha mai perso forza. E in effetti la ripresa economica è dovuta proprio all’export di materie prime agricole. Il prossimo ciclo politico, che inizierà dopo le elezioni presidenziali del 23 ottobre, è molto probabile che si confermi come la continuazione del precedente, con lo stesso governo e la stessa presidenta, Cristina Fernandez de Kirchner, cui i sondaggi attribuiscono una vittoria sicura. Comunque sia le opportunità di investimento vanno ben al di là del settore agroalimentare, che senz’altro rappresenta la principale attrattiva per gli investitori internazionali.
Il vino e l’industria mineraria sono altri settori che si sono distinti per vivacità. Dove? Nelle regioni di Mendoza per l’enologia, in quelle di Chubut, Jujuy e Salta per i minerali. La rivista Wine Spectator, la bibbia degli enologi, nella Top bo del 2010 ha inserito cinque bodegas argentine, equivalenti alle nostre cantine. Sfogliando l’ultima edizione di Decanter World wine awards, che elenca i migliori vini premiati, si nota che 205 su 400 cantine argentine sono menzionate.
Dettagli che rivelano i risultati e il prestigio ottenuto dai produttori argentini sui mercati internazionali. I vigneti adagiati sulla dorsale della Cordigliera delle Ande, poco oltre il confine con il Cile, rappresentano una delle principali attrazioni turistiche. Il microclima e le peculiarità del terreno permettono produzioni vinicole fino a 3.100 metri di altitudine. Vitigni pregiati: pinot noir, cabernet, malbec, petit verdot syrah e tempranillo. Due i grandi filoni di investitori sbarcati quaggiù: i grandi produttori e gli emergenti, che senza grandi capitali si sono lanciati nell’avventura enologica, Incisa della Rocchetta e Noemi Cinzano sono solo alcuni dei nomi più prestigiosi del primo gruppo. Iacopo Di Bugno con il suo vino Paso doble, Alberto Antonini, enologo toscano con un’esperienza da Antinori, Attilio Paghi, Alessandro Speri, Anna Piazzini sono invece emergenti che si sono affermati negli ultimi anni conquistando intere quote di mercato. Antonini ha fondato nel 1995 la cantina Altos Las Hormigas, a Lujan de Cuyo, nella provincia di Mendoza. “E stata la prima cantina a focalizzarsi sul il vino emblema del Paese. Il Malbec potrà diventare per Mendòza quello che è il sangiovese per la Toscana”. Perché Mendoza? “La Toscana era troppo cara e abbiamo fatto un investimento qui con il mio socio Antonio Morescalchi, dove ci sono io annidi storia vitivinicola, in gran parte grazie all’immigrazione italiana”. I concorrenti non mancano: da grandi magnati americani o australiani fino agli investimenti mirati suggeriti da uno dei più celebri enologi francesi, Michel Rolland, che ha convinto decine di viticoltori francesi, di Bordeaux, a sbarcare in Argentina. il settore minerario è l’altra opzione di investimento, in un Paese che possiede grandi risorse: soprattutto il litio, al Nord, tra Salta e Jujuy. E di questi ultimi anni la febbre del litio, un metallo molto ricercato dalle case automobilistiche per la costruzione delle batterie. Ma anche l’oro, i cui giacimenti sono stati scoperti sia al Nord, nella-regione di San Juan, sia in Patagonia, nella provincia di Santa Cruz. Quello energetico-minerario è uno dei settori giudicati più interessanti:un Paese con una crescita così accelerata - 6% all’anno dal 2003 a oggi - necessita di risorse crescenti. Lo dimostrai! fatto che l’Argentina, da Paese esportatore di energia, si è trasformato in importatore.

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