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Il Sole 24 Ore

Vino, la Francia torna a produrre più dell’Italia ... Il primato italiano dura il tempo di un brindisi. Da ieri lo scettro mondiale di maggior produttore di vino ripassa, dopo solo un anno, nelle mani dei francesi. Secondo le stime per il 2011 fornite dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), in Francia nell’ultima vendemmia sono stati prodotti 49,6 milioni di ettolitri, con un balzo del 9 per cento. La produzione italiana invece, dopo la vittoria effimera del 2010, scivola addirittura al minimo storico di 42,2 milioni di ettolitri: perde il 13%, rimane sul podio ma scende al secondo posto. In Italia sono state delle “tristi vendemmie”, ha commentato ieri Federico Castellucci, direttore generale dell’Oiv, sul quotidiano Le Monde, che ha dedicato un articolo al “sorpasso”. Come si spiega il crollo italiano? “È riconducibile soprattutto a fattori meteorologici - osserva Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, la federazione dei produttori italiani -. La siccità ha provocato una resa di trasformazione più bassa della media in molte regioni, dal Piemonte alla Sicilia: gli enologi, a causa del caldo, hanno scelto di vendemmiare e vinificare prima. Grandinate sparse hanno poi colpito alcune zone viticole della Lombardia e dell’Alto Adige. Oggi c’è meno produzione ma siamo soddisfatti della qualità”. Altri operatori individuano nelle estirpazioni e nella vendemmia verde (taglio dei grappoli a giugno), incentivate dalla Ue, altre cause del taglio produttivo. Riccardo Illy, ad del gruppo omonimo che controlla Mastrojanni, azienda di Montalcino produttrice del Brunello e del Rosso, segnala un calo produttivo del 15% rispetto al picco “ma abbiamo fatto più qualità: i nostri vini diventano ancora più competitivi e unici sul mercato”. Intanto però il calo produttivo ha fatto schizzare i prezzi. “Mediamente - aggiunge Vallarino Gancia - sono aumentati del 15% in Italia. Ma anche all’estero sono in diffuso aumento, eccetto in Germania dove il mercato è molto sensibile al prezzo”. Coldiretti sottolinea che quest’anno all’estero si berrà più vino italiano che francese grazie a un export avviato verso l 23 milioni di ettolitri, +15 per cento. In netto vantaggio sui francesi, fermi a milioni di ettolitri (ma il loro fatturato è superiore del 50%). Negli Stati Uniti, rileva la Coldiretti, l’Italia è il primo esportatore con volumi tripli di quelli transalpini: la Francia, sulla base dei dati dell’Italian Wine & Food Institute, nei primi cinque mesi del 20fl,è scivolata al quinto posto, dopo Australia, Argentina e Cile. Illy riconosce il grande valore del mercato Usa ma preferisce impostare un discorso di qualità. “I consumatori americani - sostiene - sono alla ricerca di nuovi vini che i nostri vitigni autoctoni sono in grado di offrire, inoltre negli Usa non premiano più i vini aromatizzati ma preferiscono quelli dalle grandi qualità organolettiche”. Poi Illy ammonisce i produttori italiani a non farsi tentare dalla scorciatoia del mix dei vitigni. “Così - conclude - ci guadagneremmo in flessibilità, ma perderemmo in qualità”.

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