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Il Sole 24 Ore

A me mi piace ... Roma: veni, vidi, vino ... Si può costruire un libro divertente zigzagando su ricerca scientifica, cultura e costume? Giovanni Negri e Elisabetta Petrini con Roma Caput vini ci sono riusciti. La scoperta genetica da cui hanno preso ispirazione è clamorosa, in grado di cambiare la storia del vino. L’autore della ricerca è Attilio Scienza, cattedra di viticoltura all’università di Milano, che ha scoperto, attraverso il Dna, che ben 78 vitigni europei (fra cui i ben noti chardonnay, sauvignon, riesling, silvaner) sono i pronipoti generici del vitigno “heunisch” (unno) affidato dall’imperatore Marco Aurelio Probo alle sue 40 legioni per farlo impiantare in ogni terra dalla Britannia alla Pannonia. In particolare viene svelato che in Gallia, con eccezione del Narbonese (controllato da Roma) non c’erano vigne. Il vino arrivava da Roma. E non solo, il vitigno di Borgogna (da cui anche cru La Romanée) vanto francese, dopo gli espianti voluti da Dominiziano, riprese vita grazie ai legionari dl Probo. Su questa “invasione” che glorifica la romanità i due autori trascinano il lettore tra civiltà diverse con sorprendenti parallelismi tra cui il boom del vino a Roma e l’invenzione della Coca Cola. O il capitolo “BungaBunga”, dove l’epopea aiuti rosse di Cesare viene raccontata Monica Lewinsky, Bill Clinton, Marylin Monroe e John Kennedy. Continuano altri intriganti parallelismi fino all’importanza dei nomi di vini e vitigni, che riportano, a volte in modo forzato, a Roma caput Vini. Sine qua non.

Roma Caput Vini, di Giovanni Negri e Elisabetta Petrini (Mondadori, pagg. 204, €18,00) sarà presentato oggi alle 17 da Oscar Giannino alla Cantina Bellavista, via Bellavista 5, Erbusco (Bs)

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