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Il Sole 24 Ore

Il Chianti Classico ottiene l’erga omnes ... Per il settore del vino è un traguardo atteso. E il primo a tagliarlo è il consorzio del Chianti Classico-Gallo nero, marchio blasonato del made in Italy, che è pronto a battere cassa da tutti i produttori vinicoli della denominazione, siano o meno associati al consorzio, per chiamarli a contribuire alle spese per la promozione e la vigilanza sul mercato (ad esempio contro la contraffazione) del brand Chianti Classico. In soldoni significa due milioni l’anno per la comunicazione e circa 200mila euro per la tutela del marchio. “E una svolta per l’Italia del vino - sostiene il direttore del consorzio, Giuseppe Liberatore - perché la denominazione e il suo marchio diventano, di fatto, un patrimonio collettivo che il consorzio custodisce e gestisce”.
Le nuove funzioni di tutela, vigilanza e promozione “erga omnes” sono state attribuite dal ministero delle Politiche agricole qualche mese fa (dal i ottobre 2011), e oggi il consorzio del Chianti Classico è pronto a esercitarle, applicando a tutte le aziende della denominazione ‘tariffe” proporzionali alla produzione di uve, divino e di bottiglie, secondo quanto il decreto legislativo 61/2010 che ha disciplinato la materia. In lista d’attesa per lo stesso riconoscimento dell’erga omnes restano altri 72 consorzi di tutta Italia, alcuni molto vicini all’autorizzazione, che richiede il requisito della rappresentatività: il consorzio deve associare almeno il 40% dei produttori, che realizzano almeno il 66% della produzione (il consorzio del Chianti Classico arriva al 90%, con 570 soci di cui 350 imbottigliatori). “Viene meno un’anomalia - aggiunge Liberatore -. Negli altri segmenti dell’agroalimentare l’erga omnes esiste da più di dieci anni”. Ma oltre all’obbligo di contribuzione economica, un altro effetto delle nuove funzioni erga omnes potrebbe essere quello di spingere a entrare, o a rientrare, nel consorzio vinicolo produttori che oggi non sono associati, primo fra tutti un grande nome del Chianti Classico e del vino italiano di qualità come la Marchesi Antinori. Che per ora non si sbilancia: “L’adesione a un consorzio è una scelta strategica che non può essere messa in relazione alla contribuzione economica - risponde Renzo Cotarella, a.d. di Marchesi Antinori - in ogni caso riteniamo giusto che tutti coloro che utilizzano la denominazione concorrano alla sua tutela e promozione”. Il debutto dell’erga omnes nel settore vinicolo arriva alla vigilia di una settimana importante per i vini di qualità toscani - Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti - che da sabato prossimo sono impegnati a presentare a compratori e stampa le bottiglie pronte ad andare sul mercato e quelle dell’ultima vendemmia. Per il Chianti Classico (7200 ettari vitati, 28omila ettolitri prodotti nel 2011) il 2011 stato discreto, con +5% di bottiglie vendute e l’export salito al 76%, anche se i ricavi sono rimasti stabili.


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