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Il Sole 24 Ore

Vino “gelato” dai tassi sul lungo periodo ... Allarme dei produttori di qualità ... Il credit crunch gela il vitivinicolo italiano. Gli investimenti di medio lungo termine, fondamentali per lo sviluppo dei vini di grande qualità, cadono sotto la mannaia della restrizione del credito e del caro tassi. “E cambiato il rapporto con le banche - osserva Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi di Montalcino - in seguito al mutato quadro europeo. Le disponibilità di risorse finanziarie sono calmierate e poi di fatto gli alti tassi sul lungo termine, rispetto a quelli a breve, scoraggiano gli investimenti. E dato che, per il tipo di prodotto che offriamo, abbiamo bisogno di un orizzonte temporale d’investimento di 5-10 anni in questo momento finanziamo solo le operazioni di breve termine. Di sviluppo sul lungo termine per ora non se ne parla”. I fidi a breve termine costano meno perché pesano le garanzie reali; sul lungo termine invece si ragiona in modo diverso e i tassi oggi arrivano fino all’8%. “Con questi tassi - aggiunge Viglierchio - non si va da nessuna parte, anche se rispetto a sei mesi fa la situazione è migliorata”. Andrea Machetti, ad di Mastroj anni (gruppo Illy), storico produttore del Brunello, conferma “le enormi difficoltà generate a tutte le aziende dal credito col contagocce e dalla febbre dei tassi. Le banche sono molto più selettive: prima di decidere un finanziamento valutano il tuo livello di solvibilità e i criteri si sono molto irrigiditi. Oggi i tassi correnti sono del 7% e anche sugli anticipi di fattura si è arrivati al 4%. E meno male che i valori patrimoniali delle aziende hanno retto alla crisi. Speriamo di superare velocemente queste difficoltà: altrimenti lo sviluppo è sempre più a rischio”. Ma a ridurre la già scarsa liquidità delle imprese è anche la dilazione dei pagamenti. “Soffriamo sui pagamenti- osserva Donatella Cinelli Colombini, produttore del Casato prime donne-. La media ha superato i i8o giorni. E diversi non pagano nemmeno. Almeno la grande distribuzione paga quando gli pare, ma paga”. Dalla Toscana al Trentino, il discorso non cambia. Matteo Bruno Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari, premette che “il nostro gruppo è sufficiente patrimonializzato e non abbiamo nessun tipo di problemi. Tuttavia il business del vino di qualità è capital intensive e necessariamente legato a investimenti di lungo periodo: il capitale circolante è enorme. Noi, per esempio, abbiamo tre annate in magazzino. E fondamentale avere un consistente capitale proprio e quando non lo si ha è necessario rivolgersi a strumenti di finanziamento di lungo termine”.
Nel 2011 Castello Banfi ha aumentato i ricavi del 10% oltre i 60 milioni, di cui il 65% all’export. “Sul breve termine - ribadisce Viglierchio - non abbiamo problemi di finanziamento mentre quelli addizionali, per ora, sono stati dilazionati”. E la ripresa? “Credo - conclude - la rivedremo nel 2013. Sempre che ci si liberi del cappio dei tassi”.


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