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Il Sole 24 Ore

nella vetrina di Vinitaly. La forza del vino in mostra ... Il vino misura la forza dell’export italiano: nel 2011 il vino tricolore ha fatturato dieci miliardi (+13%), di cui quattro all’export. Sono, questi i numeri del vitivinicolo all’appuntamento annuale di Vinitaly. L’evento veronese continua la sua marcia sotto la guida dì un ente fieristico attento alla crescita numerica di espositori e visitatori ma anche a quella qualitativa. Vinitaly vuole diventare competitiva con pesi massimi del calibro di Vinexpo di Bordeaux e ProWine di Dusseldorf che sono i saloni di riferimento per il target professionale. “Vinitaly è una manifestazione di respiro internazionale - dice Ettore Riello, presidente della fiera veronese - ma guardiamo a quei Paesi da cui è giusto imparare per fare sistema: la Francia ha una grande tradizione e immagine nel mondo. Ma noi giochiamo la nostra partita e anche l’operazione con WineSpectator (la rivista americana di riferimento mondiale per il vino ndr) è un tassello importante di una strategia che mira a consolidare sempre più il nostro posizionamento qualitativo nel mondo”. Poi Riello pensa alla prossima edizione di Vinexpo e sottolinea che “quando ci sarà anche Bordeaux, potremo raccogliere i frutti di questo lavoro”. Il polo veronese però deve essere sopportato anche da un miglioramento infrastrutturale esterno alla fiera, di competenza pubblica,per reggere all’urto deiiomila visitatori del 2011.
Per la prima volta Vinitaly si svolge dalla domenica per quattro giorni complessivi (dal 25 al 28 marzo). “Si passa infatti - aggiunge Riello - a una rassegna più breve di un giorno e concentrata da domenica a mercoledì invece che da giovedì a lunedì. Una soluzione pensata per ottimizzare le iniziative dedicate all’incontro tra espositori, per la prima volta anche da Uzbekistan, Moldavia, Azerbaijan e Armenia, e i buyer da tutto il mondo, con più spazio agli operatori del canale horeca e ai sommelier”. Per Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta, “Vinitaly è un appuntamento importante per i produttori italiani e per gli appassionati, ma non tanto per un fatto commerciale. Infatti non c’è il 90% di buyer e distributori di Prowine ma il cambiamento di calendario va nella giusta direzione”. Giovanni Mantovani, dg di VeronaFiere, sottolinea che “sono oltre 4.300 gli espositori, 300 in più, di cui 1.523 diretti: ciò significa che si preferisce la presenza diretta a quella in consorzio”. Poi Mantovani si sofferma sulle numerose novità di quest’anno. Si inizia con l’anteprima di Opera Wine 24 marzo, un gran tasting delle cantine Top ‘00. Ma si punta anche sui vini di agricoltura biologica e biodinamica con BiBiT. Non mancano gli approfondimenti con i risultati di un’indagine sul passaggio generazionale nelle aziende vitìvinicole. Nel vivo delle degustazioni tornano protagonisti i vini premiati con i tre bicchieri dal Gambero Rosso per la prima volta tutti insieme. La Valpolicella è poi protagonista della retrospettiva ‘30 anni di Amarone d’arte.
Infine il direttore generale del ministero delle politiche agricole, Giovanni Piero Sanna, si è soffermato sulla vicenda dei produttori del comune di Asti esclusi dalla Docg: “Avremmo voluto risolvere la questione con il buon senso ma non ce l’abbiamo fatta a causa della pletoricità del Comitato vini. A Bruxelles abbiamo comunque comunicato che ci riserviamo di completare le decisioni assunte da altre autorità”.

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