Italia dell’alimentare che ci crede e rischia ... La brutta notizia è che la crisi italiana tende a rendere “ciclico” un settore tradizionalmente “anticiclico” come l’alimentare. In questi primi mesi del 2012 le vendite nella grande distribuzione italiana marciano già al ritmo del -1% e gli analisti temono che si possa arrivare a -1,5% o più. La buona notizia è invece che gli imprenditori non si lasciano intimorire dal buio della recessione e da un calo sconosciuto dei consumi: in 12 mesi hanno realizzato 90mila nuovi metri quadrati di superficie commerciale, aprendo (certo, non a ritmo frenetico come in passato) nuovi centri commerciali (un po’ più piccoli del passato), supermercati (un po’ più grandi) e ovviamente discount. “Se ci fermassimo saremmo morti - dice un imprenditore lombardo - Dobbiamo aumentare il fatturato e cercare di compensare la riduzione dei margini con l’aumento dei ricavi”. Questa è l’Italia che piace: che ci crede e rischia.
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