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Il Sole 24 Ore

Vino trentino su tavole straniere Lunelli: nei Brics servono partner ... Fanno brut, rosé, demi-sec, perlé. Con un obiettivo: aumentare le vendite estere del 25%, e consolidarsi in Italia. “Perché il comparto del vino - afferma Matteo Lunelli, presidente di “Cantine Ferrari” e amministratore delegato del gruppo Lunelli - non è immune dalla crisi economica, anche se le “bollicine” resistono meglio di altri prodotti: almeno fino al- la fine dell’anno, risentirà del calo di consumi; ma all’estero il trend è positivo, i margini di crescita sono importanti”. Le cantine sono state fondate nel 1902 da Giulio Ferrari, enologo già allievo della scuola di viticoltura di Montpellier che si ispirava allo champagne, e rilevate nel 1952 da Bruno Lunelli. Ora il gruppo Lunelli, sede a Trento e 200 dipendenti, ha un fatturato di 70 milioni (20% la quota estera) di cui 57 grazie alle cantine. “Nel 2011 - continua Lunelli - le nostre vendite all’estero sono aumentate del 25%; quelle in Italia del 4 per cento. Percentuali target del gruppo anche per il 2012”. D’altra parte, la principale categoria di prodotti trentini esportati nel 2011 è quella delle “bevande” - soprattutto vini - per un valore complessivo pari a 324 milioni, con un incremento sull’anno precedente del 7,6 per cento. Le bevande, cioè, incidono per il 10,3% sul totale delle esportazioni provinciali (3,1 miliardi); l’agroalimentare, nel complesso, per il 19,8 per cento. “Ma anche per vendere all’estero - termina Lunelli - occorrono adeguate strategie. Nei Brics va identificato un partner locale di lungo corso: in alcuni di questi Paesi l’abbiamo trovato. In generale, all’estero ci presentiamo come manifestazione dell’arte di vivere italiana: di solito, in sinergia con grandi firme della moda, come per la mostra in corso al Metropolitan di New York su Elsa Schiaparelli e Miuccia Prada: lì le “bollicine” (metodo classico) sono le nostre”.

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