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Il Sole 24 Ore

A me mi piace ... bianco o rosso, solo bio ...Vino biologico, vino cosiddetto naturale, vino biodinamico, vino libero,vino etico.., il consumatore non avvezzo a leggere le pagine specializzate dei magazine o dei blog enoici non avrà forse un minimo di confusione mentale di fronte a questo tourbillon di definizioni? Soprattutto chi a mala pena distingue un bianco dal rosso. Viene da chiedersi se l’improvviso boom di queste “false etichette” di fantasia o recentemente definite dall’Ue (bio), altre ancora riferite solo alle uve (biodinamica), siano state create dalla domanda o dall’offerta. Insomma è il consumatore che chiede un vino non più convenzionale, oppure sono una minoranza di produttori che hanno stimolato più o meno artificiosamente una nuova domanda? Una risposta abbastanza plausibile è negli stili di vita emergenti, in primis la ricerca salutistica del cibo, identificata innanzitutto nelle materie prime originarie; nel caso del vino nell’agricoltura. In molti, in tanti pretendono coltivazioni più pulite, soprattutto biologiche che, dati alla mano, hanno un crescente successo; ciò si riflette non solo nei prodotti gastronomici, ma ora anche nel vino. A questo si aggiunge il problema “solfiti” che viene colpevolizzato per i mal di testa provocati dai calici, soprattutto, divino bianco (spesso è dovuto al gomito alzato...).

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