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Il Sole 24 Ore

Per Capodanno 700mila brindisi ... Da Time Square alla Piazza Rossa, passando per la Porta di Brandeburgo: calcolando cinque bevitori a bottiglia, saranno 700mila le persone che saluteranno il nuovo anno con le bollicine Ferrari. La stima non è puntuale ma rende conto del valore che l’export di Natale e dintorni rappresenta per un marchio storico degli spumanti italiani. “Oggi esportiamo circa 600mila bottiglie all’anno - spiega Matteo Lunelli, presidente del gruppo trentino -,è meno del 20% del nostro fatturato totale, ma è la quota più in crescita. Quest’anno le nostre vendite all’estero risulteranno aumentate del 25%, a fronte di un mercato nazionale che dà scarsi segni di vitalità”. Ferrari esporta soprattutto in Germania e in Giappone, seguono gli Stati Uniti, quindi la Russia e i Paesi scandinavi, Per Natale e Capodanno, quindi, il grosso delle vendite si concentra su Germania e Stati Uniti. “Il mese di picco per il nostro export è novembre - spiega Ferrari -: per le festività in arrivo venderemo all’estero circa 150-200mila bottiglie”, In Italia il boom di vendite per Natale e dintorni è più marcato: il 40% di quanto passa attraverso le enoteche e la grande distribuzione ha a che fare con le feste di fine anno. Mentre per i mercati esteri, il discorso è destagionalizzato: “Le
bollicine Ferrari vengono consumate soprattutto nei ristoranti e negli hotel - spiega Lunelli -,sono considerate un vino flessibile, in grado di accompagnare i pasti e gli aperitivi di tutto l’anno”. Quanti però, a NewYork, quest’anno sceglieranno un calice dei rivali dello champagne? “Se si guarda al totale delle bollicine italiane vendute all’estero - chiarisce il presidente - la nostra potenza di fuoco è maggiore del totale delle bottiglie di champagne vendute. Ma nella fascia alta del mercato, quella dove si posiziona il marchio Ferrari, i francesi ci battono ancora. Noi però guadagnamo terreno. E lo facciamo puntando soprattutto sulla differenza: non siamo champagne, siamo un’altra cosa. Siamo i testimonial dell’arte di vivere italiana”. Non una copia, insomma, ma qualcosa di originale, che un amante del made in Italy non può che scegliere apposta.

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