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Il Sole 24 Ore

Il timer della guerra commerciale euro-cinese potrebbe essere disinnescato prima che esploda. “Sono ottimista-ha detto il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo - Credo che non avremo bisogno di arrivare alla procedura antidumping o al Wto”. Parole che il ministro ha pronunciato in occasione all’assemblea dell’Unione italiana vini, prima c’era stata la nomina di Domenico Zonin alla presidenza della Uiv. De Girolamo ha inoltre annunciato che “il vino avrà un suo padiglione a Expo 2015: non poteva mancare a questo evento”. Il ministro ha ricordato che si vuole offrire agli operatori i supporti per la registrazione presso il ministero del Commercio cinese: nel caso scattasse la procedura si otterrà lo status di “cooperante” con l’applicazione di dazi vantaggiosi. “A livello europeo - ha aggiunto De Girolamo - la Commissione sta cercando di scongiurare l’applicazione della procedura antidumping”. “Non siamo tranquilli - ha osservato Zonin- perché la soluzione è complessa. Se non si trovasse, la guerra commerciale si estenderebbe ad altri comparti: il vino sarebbe il più piccolo”. Qual è il programma di Zonin? “Far lavorare insieme tutta la filiera - ha sottolineato - ed evitare di procedere in ordine sparso. Come? Con Federvini dal prossimo autunno avremo un tavolo permanente: venti persone si parleranno almeno due volte l’anno. Il tavolo della filiera vedrà un’ampia partecipazione, dalle cooperative a Coldiretti”. Poi Zonin si sofferma sulla decisione del ministro di “dare al vino un padiglione a Expo: De Girolamo dimostra determinazione e buon senso”. Una vetrina internazionale per il nostro vino il cui export nel primo trimestre del 2013 è aumentato dell’8,4% a valore ma in calo del 2,7% a volume. “Si sapeva - conclude Zonin - dopo il ritocco dei listini dell’anno scorso”. Ieri l’Istituto grandi marchi e Italia del Vino-Consorzio hanno riferito di aver presentato al ministero per le Politiche agricole un progetto triennale d’intervento per il mercato cinese con un investimento di 4,7 milioni di euro. Quale l’obiettivo? Contrastare un trend che vede l’export italiano perdere terreno sul mercato dalle più forti potenzialità: in Cina, nonostante la nostra presenza sia cresciuta in tutte le principali manifestazioni, la quota di mercato del vino si è contratta dall’8% del 2006 al 6% dell’anno scorso. “Una situazione insostenibile - sottolineano i presidenti dei due consorzi, Piero Antinori ed Ettore Nicoletto - e il rischio concreto è quello di venire relegati in posizioni ancora meno influenti”. Per la prima volta, dicono i promotori, si vorrebbero intercettare importatori ed operatori commerciali, chef, sommelier e consumatori in un’iniziativa di carattere istituzionale.

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