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Il Sole 24 Ore

Compromesso europeo sulla deregulation dei vigneti ... Dal 2015 non scatterà più la liberalizzazione totale dei diritti d’impianto: gli Stati membri potranno prorogare l’attuate sistema fino massimo al 2020... La temuta liberalizzazione dei vigneti non si farà. Un risultato maturato a margine della recente riforma della Politica agricola comune e che va nel senso auspicato dall’Italia. Dal 2015 infatti non scatterà più la deregulation dei vigneti come previsto dalla riforma dell’Ocm vino del 2008 ma i singoli stati membri potranno prorogare l’attuale sistema dei diritti fino massimo al 2020. Da quella data comincerà una fase di transizione dal sistema dei diritti di impianto al nuovo meccanismo costruito sulle autorizzazioni che si allungherà al 2030. In questa fase sarà possibile incrementare le superfici in Europa ma entro un massimo dell’1% l’anno sul totale del vigneto europeo. “In sostanza - ha spiegato il presidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro - partendo dalla totale deregulation che avrebbe voluto introdurre la Commissione Ue e grazie al lavoro del Gruppo di alto livello insediato dal Commissario Ue all’Agricoltura, Dacian Ciolos, siamo arrivati a un compromesso che farà sì che il settore del vino resterà, dopo la fine delle quote zucchero e poi delle quote latte nel 2015, l’unico
comparto europeo che prevede un sistema di gestione del produttivo”. Senza dubbio un grande lavoro considerato che inizialmente contro l’ipotesi della lisi erano schierati solo i paesi produttori Ue e cioè Italia, Francia, Spagna e Grecia mentre una larga maggioranza era favorevole alla deregulation. Poi col tempo e con il lavoro degli Europarlamentari e degli operato italiani la liberalizzazione è stata archiviata. Ma questo non significa però che tutti i problemi siano risolti. In particolare molti produttori hanno sottolineato come con il passaggio dal sistema dei diritti a quello delle autorizzazioni all’impianto venga meno il valore patrimoniale dei diritti stessi che in passato ha svolto un importante ruolo di garanzia accompagnando spesso l’accesso al credito delle aziende vitivinicole. “Siamo consapevoli - ha aggiunto il presidente della Marchesi de’ Frescobaldi, Vittorio Frescobaldi - che è stato raggiunto un risultato importante. Ma ora occorre garantire un equilibrio nella crescita, cioè non ingessare il settore, e consentire a chi vuole di aumentare le proprie dimensioni. Contemporaneamente occorre studiare soluzioni sul piano dell’ammortamento o ancora degli sgravi fiscali per quelle aziende che vogliono investire per raggiungere dimensioni più internazionali (in Francia la dimensione media è di 10 ettari, in Australia di 50 ndr) e rafforzare così l’efficienza e la competitività della propria azienda”.

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