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Il Sole 24 Ore

Vendemmia, brindisi a due cifre ... Sul territorio forti recuperi: dall’Abruzzo (+20%) al Trentino (+15%) alla Sicilia (+10%) ... La produzione di vino rialza la testa. Dopo il difficile biennio 2011-2012, nel quale le elevate temperature avevano ridotto ai minimi termini la produzione vinicola italiana, nel 2013 si tornerà su livelli in linea con le medie degli ultimi 5 anni. La vendemmia arriverà a 44,5 milioni di ettolitri, in netto rialzo (+8%) sui 40 dello scorso anno. Sono le stime di Assoenologi, l’associazione degli enologi ed enotecnici italiani, diffuse sulla base di una proiezione statistica effettuata su un primo 10% delle uve già in cantina. Abbondanza di precipitazioni nel periodo primaverile e temperature estive meno torride di quanto registrato nel recente passato hanno favorito da un lato un recupero quantitativo della produzione e, dall’altro, hanno posto le premesse per una grande annata sotto il profilo della qualità anche se tutto resta subordinato alle condizioni meteo di settembre e ottobre. “L’andamento climatico degli ultimi mesi dice il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella - è stato inusuale ma favorevole alla vite. L’abbondanza di precipitazioni in primavera ha consentito un ciclo vegetativo più razionale con una maturazione diluita nel tempo che ha determinato uve che alle prime analisi evidenziano una minore concentrazione di zuccheri e una maggiore acidità, elemento chiave per le varietà base spumante”. L’altro importante effetto del clima più favorevole è il ritorno a un calendario “normale” della vendemmia. Nelle ultime due annate, le elevate temperature avevano imposto un anticipo dei tempi di raccolta anche di 15 giorni. Adesso l’annata produttiva avrà il proprio clou solo nell’ultima settimana di settembre per concludersi, con le varietà più tardive come il Nebbiolo in Piemonte, il Cabernet in Trentino Alto Adige, l’Aglianico in Campania o il Nerello Mascalese in Sicilia all’inizio di novembre. Il recupero previsto per l’etichetta 2013 è di grande importanza per il vino italiano che, se sul fronte del mercato interno vede i consumi in costante calo, registra sempre nuovi record all’estero. “L’export 2012 - spiega il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli - è cresciuto in valore del 6,5%i", trend che si è rafforzato (+9,8%) nei primi mesi del 2013. Bene anche l’incremento del prezzo medio dei vini esportati che ha messo a segno un 112%”. Tutte le regioni (unica eccezione il Friuli Venezia Giulia) appaiono in grande recupero sul 2012: dal +20% dell’Abruzzo al + 15% di Trentino Alto Adige, Campania e Figlia, fino al +10%, di Sicilia e Sardegna. Assoenologi si occupa anche alla recente “querelle” sui numeri. All’inizio dell’estate (si veda Il Sole 24 Ore del14luglio 2013, ndr)le cifre dell’Agea (l’agenzia del ministero per le Politiche agricole che raccoglie le denunce di produzione dei viticoltori) collocavano l’asticella della produzione 2012 a quota 46,5 milioni di ettolitri in netto contrasto coni4omilioni stimati mesi prima da Assoenologi, ma anche con i 39 previsti da Ismea e Unione italiana vini. Un “cortocircuito” nei dati che molti hanno attribuito a una cattiva contabilizzazione di mosti importati dall’estero (e poi “nazionalizzati” nelle dichiarazioni di cantina) se non a vere e proprie frodi. Fenomeni che sarebbero stati innescati dalle prime stime di un’annata in forte ribasso. “Noi confermiamo in pieno le nostre stime per il 2012 - aggiunge Martelli -. D’altro canto l’andamento climatico anomalo dello scorso anno è un dato di fatto che difficilmente avrebbe potuto portare a un risultato produttivo in linea con vendemmie avvenute in condizioni ideali. Infine siamo rassicurati dal fatto che due organismi istituzionali come l’Ismea e l’Istat hanno fornito dati più vicini ai 40 milioni stimati da noi che ai 46,5 invece segnalati da Agea”.

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