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Il Sole 24 Ore

La cantina La Vis
nel mirino di Cavit ... Matrimonio trentino sotto il tetto comune della cooperazione. Cavit punta su La Vis. il presidente di Cavit, Adriano Orsi, conferma di essere interessato ad alcuni asset, in particolare all’azienda spumantiera controllata Cesarini Sforza.
“A noi - precisa Orsi - interessano alcuni asset ma dipende da loro: non ci sono trattative in corso,né abbiamo fatto offerte. Bisognerebbe solo discuterne”. In realtà, secondo fonti attendibili, un’offerta precisa sarebbe stata avanzata da Cavit e la Federazione delle cooperative si starebbe attivando per un accordo. Forse il tavolo potrebbe accelerare dopo le vicende degli ultimi giorni: una banca locale avrebbe chiuso il rubinetto del credito a La Vis. L’azienda smentisce con una nota e sostiene che “in relazione al ritardo da parte di Cassa Rurale di Trento nell’assunzione della propria posizione a definizione di un importante accordo in corso con il ceto bancario, ha riscontrato nel corso degli ultimi mesi una dilazione nei pagamenti verso i fornitori”. In realtà il management di La Vis, con il presidente Matteo Paolazzi, ha ereditato una situazione finanziaria difficile: a causa dei forti investimenti del passato (85 milioni in dieci anni), ha accumulato un debito finanziario consolidato di 78 milioni (nel bilancio chiuso al 30/6/2013). L’azienda cooperati- va, che conta su 800 soci con 800 ettari di vigneti, ha dismesso alcuni asset come la Poggio Marino (per 4,2 milioni), il ramo delle mele, la società Fwi e un terreno: il debito è calato ma è aumentato lo spread. Contestualmente è stata avviata la razionalizzazione della gestione ma il peso degli oneri finanziarie le minus valenze hanno aperto una voragine di circa 15 milioni nel biennio 2012/13 e di 274 milioni nell’ultimo quadriennio. La gestione industriale sembra sana: nell’ultimo bilancio evidenziava un Ebitda di 6 milioni su 84,7 milioni di ricavi, un risultato operativo di 2,2 milioni, ma una perdita di 6,7milioni. Tuttavia nell’ultimo bilancio depositato i revisori della Cooperazione Trentina scrivono di noti essere in grado di valutate alcuni asset della società, inoltre alcune operazioni in corso potrebbero chiudersi con minusvalenze tali da rendere incerta la continuità aziendale. E lo stato di salute di Cavit? “Ottimo - dichiara Orsi che capeggia un consorzio di ii cantine sociali trentine-abbiamo aumentato dello% la distribuzione ai soci, realizzato 5,6 milioni di utile netto sui 58,5 di fatturato. Ma soprattutto abbiamo azzerato l’indebitamento”.

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