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Il Sole 24 Ore

Maxi-intesa tra le Dop della Toscana ... Diciassette consorzi di tutela vini della Toscana - dal Chianti al Brunello, dal Chianti Classico al Nobile di Montepulciano fino al Morellino di Scansano e alla Vernaccia di San Gimignano, in pratica tutte le etichette di qualità - si uniscono per parlare con voce unica alle istituzioni. La “grande alleanza”, partita nei mesi scorsi per contrastare il Piano paesaggistico varato dalla Giunta toscana (ora al vaglio del Consiglio regionale che dovrebbe approvarlo il 10 marzo), è proseguita anche dopo che i consorzi hanno ottenuto modifiche a larga parte della normativa contestata, accusata di voler imbrigliare la viticoltura, e sta andando avanti su altri temi d’interesse comune, tra cui l’Expo. “Il tavolo dei 17 consorzi è ormai diventato permanente - annuncia il coordinatore Giovanni Busi, presidente del consorzio del vino Chianti, 97 milioni di bottiglie vendute nel 2014 per il 70% all’export - e ha la funzione di stimolare il confronto e le idee. Ormai è chiaro che se stiamo uniti, seppur in modo informale, è meglio per tutti. Le sfide all’orizzonte che toccano tutti i consorzi, del resto, sono molte. Due su tutte: rianimare il mercato interno, che rischia di rimanere una “nicchia”; e spingere il reimpianto dei vigneti. Sul primo fronte la situazione è sempre più preoccupante: l’export è rimasto l’unico traino, peraltro depotenziato rispetto agli anni passati. Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni di vini toscani hanno segnato +1,8% in valore (a 530 milioni di euro), frenando la corsa dell’ultimo quadriennio (+15% nel 2010, +12% nel 2011, +6,7% nel 2012, +6,3% nel 2013). Il +1,8% è in linea con la media italiana di settore (+1,3%), ma inferiore al passo delle due regioni leader nell’export vinicolo, il Veneto (+3,4% a 1,18 miliardi) e il Piemonte (+5,1% a 691,5 milioni). Il rallentamento delle vendite estere non ha però colpito tutti allo stesso modo: sono andate meglio le denominazioni blasonate come il Brunello di Montalcino (+4% le bottiglie vendute nel 2014, arrivate a 8,4 milioni per il 67% all’estero); il Chianti Classico (+6% le vendite che hanno raggiunto 265mila ettolitri, per l’81% all’estero); e il Nobile (stabile a 7,4 milioni di bottiglie, per l’80% all’estero, ma con l’impennata +24% di Rosso di Montepulciano che ha superato 3 milioni di bottiglie). Ha retto il “gigante” Chianti (-2% le bottiglie), mentre hanno sofferto di più le piccole denominazioni che fanno fatica ad affermare l’identità e a ritagliarsi spazio sui mercati internazionali, sempre più affollati di concorrenti. Ad aiutarle punta il Buy Wine, workshop fiorentino organizzato dall’agenzia regionale Toscana Promozione che ieri e oggi fa incontrare 280 produttori vinicoli toscani con 300 buyer internazionali; e che precede le “Anteprime” dei vini immessi sul mercato organizzate da 16 denominazioni da oggi al 21 febbraio.

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