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Il Sole 24 Ore

Vino, accordo sui domini web ... Sulla tutela delle indicazioni geografiche e in particolare dei vini di qualità il mondo “virtuale” si sta dimostrando più efficace di quello reale. Infatti mentre nei negoziati internazionali, primo tra tutti quello sull’accordo commerciale Usa-Ue, la tutela dei prodotti alimentari di qualità fa fatica a essere recepita, on line, invece, si riescono a individuare soluzioni in grado di conciliare le esigenze di mercato con l'esigenza di difesa dalle contraffazioni.
Va decisamente in questa direzione l’accordo raggiunto nei giorni scorsi e che ha visto da un lato Efow (l’associazione europea dei vini a indicazione geografica) e l’Avas (l’associazione americana che coinvolge la Sonoma Country Vintners, la Long Island Wine Council, la Napa Valley Vintners, l’Oregon Winegrowers Association) e dall’altro l’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). L’intesa chiude un negoziato durato all’incirca due anni e mezzo e disinnesca quella che da molti viticoltori europei era stata definita una vera e propria “mina”. L’Icann, attraverso la società Donuts (che ha materialmente siglato il Registry Agreement), aveva infatti avviato le procedure per mettere sul mercato e quindi assegnare al migliore offerente alcuni nuovi domini come, tanto per citare qualche esempio, “.car”, “.book” o “.food” ma soprattutto “.vin” e “.wine”. Per questi ultimi due il forte rischio era che finissero in mano di operatori anche del tutto estranei alla produzione vitivinicola che avrebbero così potuto commercializzare vini su piattaforme on line denominate ad esempio www.brunello.wine o www.champagne.vin senza alcun legame né con il Brunello di Montalcino né tantomeno con lo Champagne. TI tutto con evidenti confusioni per i consumatori finali.
Da qui la controffensiva messa in piedi dai vignerons europei (guidati da italiani e francesi) riuniti nell’associazione Efow cui si sono via via affiancati anche i produttori americani e che è sfociata nell’accordo relativo ai suffissi “.vir” e .wine”. “L’intesa, oltre a tutelare i produttori - ha sottolineato Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Efow e di Federdoc (la federazione italiana dei vini Doc) - avrà un ruolo chiave per garantire ai consumatori e al settore vitivinicolo degli strumenti idonei per la lotta al cybersquatting, ai falsi e in genere alle confusioni tra prodotti alimentari”.
I dettagli dell’accordo saranno resi noti nelle prossime settimane ma a quanto si apprende l’intesa dovrebbe garantire ai produttori vitivinicoli e alle loro associazioni una priorità rispetto ad altri operatori nell’acquisto dei suffissi “.vin” e “.wine”.
“Il compromesso raggiunto - conclude Ricci Curbastro - pone le basi ottimali per lo sviluppo di un mercato ordine in un clima di ritrovata fiducia e, insieme ai recenti accordi antipirateria siglati dal ministero per le Politiche agricole con piattaforme come ebay e alibaba, ci lascia immaginare come sulla rete al momento si registri una sensibilità riguardo alla difesa del food di qualità dalle imitazioni superiore a quella riscontrata nei mercati convenzionali”.

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