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Il Sole 24 Ore

L’agroalimentare verso i 50 miliardi ... Non solo auto e mezzi di trasporto hanno dato velocità all’export italiano. La crescita registrata a novembre dall’Istat poggia anche sulla gamba dell’agroalimentare. Certamente complice il semestre di Expo con i suoi venti milioni di visitatori, la bilancia commerciale agroalimentare a novembre ha inanellato numeri record, tanto da far dire al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che l’obiettivo dei 50 miliardi di export entro il 2020 è sempre più a portata di mano.
In base all’analisi dei dati Istat, la Coldiretti spiega che “le esportazioni crescono del 9%, un dato che spinge le vendite all’estero made in Italy verso il record storico dei 36 miliardi nell’intero 2015 (+7%). La grande richiesta di produzioni italiane all’estero siè fatta sentire con aumenti che vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva; dal +9% per la pasta al +6% per il vino, che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzati oltre i confini nazionali”.
Un andamento - spiega ancora la Coldiretti - certamente “favorito dalle condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli ma che è la conferma delle grandi opportunità presenti. Il prodotto dell’agroalimentare più esportato dall’Italia nel mondoè il vino. I due terzi del fatturato si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i Paesi della Ue, ma il made in Italy va forte anche negli Usa, il principale mercato di sbocco extracomunitario e dove la crescita per l’alimentare è del 15% a novembre. Prosegue invece il crollo in Russia, a causa delle misure di embargo, che fa segnare un calo del 26 per cento”.
Nell’anno di Expo l’agroalimentare si conferma un motore centrale della ripresa dell’economia italiana. Lo dice il ministro Martina, che aggiungé: “A novembre l’export di questo settore ha superato quota 33,7 miliardi con un aumento rispetto allo scorso anno di oltre sei punti percentuali 150mila incontri b2b fatti dalle nostre imprese nel corso dei sei mesi di Expo, le visite dei buyer internazionali nei nostri distretti produttivi, sono un’eredità concreta dell’esposizione universale di cui stiamo misurando oggi gli effetti positivi. Soltanto durante il semestre espositivo abbiamo venduto prodotti agroalimentari italiani per oltre 18,5 miliardi, con un netto incremento rispetto agli scorsi anni e nonostante l’embargo russo.
“Il governo - aggiunge Martina - ha messo il settore al centro delle scelte di politica economica, con una legge di stabilità davvero a trazione agricola. Abbiamo tagliato di oltre il 25% le tasse per le imprese agricole, puntiamo su semplificazione, sostenibilità e innovazione. Diamo credito alle imprese anche grazie all’accordo firmato con Banca Intesa per una linea di investimento da 6 miliardi di euro in tre anni. Dopo un 2015 molto positivo, possiamo e vogliamo raggiungere l’obiettivo di 50 miliardi di export entro il
2020 perché l’agroalimentare italiano ha ancora un potenziale importante da sfruttare al meglio”.

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