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Il Sole 24 Ore

Vino, sprint dell’export toscano ... Il rapporto Nomisma registra nel 2015 un incremento del 18,6% delle etichette regionali... Verona prima provincia, ma per Firenze e Siena una crescita boom... Toscana superstar nell’export divino. Con l’exploit 2015 che ha visto le cantine della regione spedire oltre frontiera vini per 902 milioni (+18,6%) la Toscana tallona il Piemonte (960 milioni) al secondo posto fra le principali regioni esportatrici nella classifica guidata saldamente dal Veneto (1,8 miliardi, +9,9%). È quanto emerge dalle elaborazioni su dati Istat di Wine Monitor di Nomisma ( che saranno presentati al Vinitaly) e che sottolineano la rinnovata verve dei vini made in Tuscany. Infatti il boom 2015 è stato registrato con volumi di produzione stabili e non ha potuto contare, come in Veneto, sulla vertiginosa crescita e sul traino di un fenomeno come il Prosecco. Pertanto i progressi sono frutto di un lavoro paziente effettuato negli anni per affermare sui mercati internazionali le etichette toscane e far crescere valori unitari e giro d’affari. Dati significativi emergono anche dalle cifre (sempre di Wine Monitor) relative all’export delle singole provincie. Una classifica guidata da Verona con un fatturato di 880 milioni (-0,2%) seguita da Cuneo (818 milioni, -0,1%) che vede in grande progresso proprio due provincie come Firenze (con 353 milioni, +27,2%) e Siena (311 milioni,+15,1%). Ma i produttori toscani non si accontentano e studiano nuove formule per consolidarsi all’estero. Lo dimostra il recente varo di Avito, l’associazione che riunisce ben 16 diversi consorzi di tutela e 5mila imprese. “Sono convinto- spiega il presidente della Marchesi Antinori, Piero Antinori - che si stiano raccogliendo i frutti di una strategia nella quale hanno fatto da apripista etichette come Brunello e Chianti Classico, ma che è comune a tutti i produttori toscani: e cioè forte orientamento alla qualità produt tiva e alla sua valorizzazione sui mercati. Come molto importanti sono le iniziative di aggregazione dovute in buona parte all’avvento nel settore di nuove generazioni di produttori che hanno convinto i più anziani a mettere da parte Guelfi e Ghibellini. Penso a iniziative come quella dell’associazione Avito, ma anche al progetto allo studio con la regione per varare un consorzio per l’Igt Toscana. Un’etichetta sempre più assimilabile alle denominazioni d’origine e nella quale rientrano alcuni “supertuscan” celebri all’estero. Tutti aspetti che spingono a pensare a un organismo ad hoc per la tutela”. “Stiamo raccogliendo i frutti -spiega il presidente della Marchesi de’ Frescobaldi, Lamberto Frescobaldi - del grande lavoro fatto negli ultimi anni sulla promozione all’estero con gli incentivi Ue. Invece di operare come in passato sulla sola leva del taglio dei prezzi i produttori hanno capito che andare sui mercati e spiegare i propri prodotti ha una valenza totalmente diversae il giro d’affari complessivo non può che beneficiarne”.

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