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Il Sole 24 Ore

Le esportazioni di vino rallentano con Russia e Ue ... Si esaurisce lo slancio dei grandi mercati d’importazione. Le stime di Wine Monitor sugli acquisti di vino dei primi 8 mercati (che realizzano circa i due terzi dell’import mondiale) sono decisamente negative: gli Stati Uniti dovrebbero chiudere l’anno con un incremento inferiore al 2% rispetto al 2015, il Regno Unito importerà meno vino (-9%) così come la Germania (-4%) e la Russia (-3%), mentre il Giappone chiuderà con una crescita vicina al 3% e solamente la Cina continuerà a correre a ritmi sostenuti, quasi il 120%. Un film molto diverso dal 2015, chiuso con un import mondiale di vino cresciuto a valore del 10% grazie anche al rafforzamento del dollaro. “In uno scenario di mercato contraddistinto da più ombre che luci - osserva Denis Pantini, responsabile Wine Monitor Nomisma - anche i vini italiani risentono di queste incertezze. I cali sono in larga parte generalizzati e risparmiano pochi grandi esportatori”. Lo scivolone riguarda i vini fermi imbottigliati (oltre il 70% degli scambi mondiali della categoria) mentre guadagnano ancora terreno le importazioni di sparkling, con il Prosecco in primis che la fa da padrone: +30% sia negli Usa che nel Regno Unito. Il trend generale non riguarda il gruppo Santa Margherita. “Registriamo una crescita, anche a volume, sui mercati storici - annuncia l’ad Ettore Nicoletto - Il trend è eccezionale, +40%, ma è influenzato dall’avvio di Santa Margherita Usa con sede a Miami. Cresciamo a livello diffuso anche nel Regno Unito e in Asia; l’Australia è diventato addirittura uno dei mercati di riferimento”. Il gruppo veneto è forte con il Pinot grigio ma anche col Prosecco e il Chianti. “È significativo il fatto che non siamo sbilanciati sul Prosecco - aggiunge il top manager - Il nostro sviluppo si basa su una gamma equilibrata di prodotti”. Nel 2015 Santa Margherita ha fatturato n8 milioni con 19,1 milioni di bottiglie vendute: in media 6,2 euro a bottiglia. Nicoletto conclude sottolineando che la società d’importazione e distribuzione Santa Margherita Usa “andrà anche oltre il break even previsto al primo anno”. In scia il commento di Nadia Zenato, della Cantina omonima “Notiamo che dopo le elezioni Usa c’è una stasi del mercato mai consumatori americani hanno dimostrato di superare ogni difficoltà. Inoltre il rafforzamento del dollaro ci aiuta Negli Usa abbiamo lo stesso importatore da 38 anni e rimaniamo ottimisti”. Zenato nota un indebolimento del mercato britannico, anche per il rafforzamento della sterlina, e una stabilità di quello tedesco. Avere nella gamma prodotti i vini della Valpolicella aiuta? “Indubbiamente sì - risponde Zenato - e non solo per l’Amarone ma anche per vini come il Lugana”.

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