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Il Sole 24 Ore

Vino, rotta su Pechino e New York … Promozione. Piano Ice – Mise da 25 milioni: aumentare il consumo negli stati del Midwest Usa ed entrare nel mercato cinese... Scannavini (Ice): forte lavoro di squadra per recuperare il valore del prodotto... Via agli investimenti su Stati Uniti e Cina per la promozione del vino italiano. Le risorse stanziate dal Governo italiano per la promozione nel triennio 2017 - 2019 ammontano a 25 milioni, di cui 20 milioni per aprire il Midwest al made in Italy e gli altri 5 milioni per penetrare il grande mercato cinese, dove il nostro vino è quasi sconosciuto. “Il 2017 - sottolinea Michele Scannavini, presidente di Italian trade agency Ice - è l’anno terminale del progetto straordinario di promozione lanciato dal ministero dello Sviluppo economico. E che ha dimostrato di funzionare bene nel 2015/16. Ma da quest’anno riparte un piano dedicato a due grandi mercati, gli Usa, dove siamo largamente leader con il 32% di quota, e la Cina, dove invece ci ritagliamo meno del 6%”. I fondi saranno impegnati con due programmi distinti che sono in corso di definizione al tavolo del vino, convocato al Mise dal sottosegretario Ivan Scalfarotto e che vede la partecipazione di Federvini, Uiv e dei principali attori del mondo del vino. “Il nostro - sottolinea il presidente di Ice - deve essere un lavoro di squadra forte”.
Dei 25 milioni di fondi destinati alla promozione nei due Paesi, 11,5 sono stanziati per i12017. “Il progetto per gli Stati Uniti è più avanti - precisa Scannavini. L’obiettivo è quello di far conoscere il vino italiano negli Stati del Midwest, puntando, in particolare, sul recupero di valore che presenta rispetto al prezzo medio del vino francese”. Sulla Cina invece Scannavini ammette che il lavoro è più indietro. “C’è da lavorare dalle basi - spiega -. Bisogna fare formazione per i ristoratori e i sommellier. Ed è necessario fare una comunicazione mirata per far conoscere il vino italiano. Specie ai giovani tra i 18 e i 29 anni che hanno aumentato il consumo di vino”. Nel 2016 l’export italiano in Cina di vino è balzato del 32,7% al record di 120 milioni di euro, ma le distanze con i competitor sono, paradossalmente, aumentate. Tanto che - secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Paesi terzi curato da Business Strategies e Nomisma Wine Monitor - il totale dei rossi Dop italiani venduti nel gigante asiatico vale dieci volte meno delle importazioni del solo Bordeaux francese. E sui fermi imbottigliati la crescita italiana nel 2016 è, in termini di valore, tre volte inferiore ad Australia e Francia, mentre allunga le distanze anche il Cile. Per Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, “è corretto puntare sulla crescita del prezzo medio negli Stati Uniti. Abbiamo un potenziale di crescita notevole”. Inoltre per Cagiano de Azevedo “l’Ice deve necessariamente essere il regista degli eventi promozionali realizzati con fondi pubblici. Si dovrà creare un calendario condiviso delle attività. Per il resto saranno i privati a decidere del loro denaro”. L’agenda 2017 dell’Ice è fittissima di appuntamenti: in Nord America sono in programma degustazioni in Canada, azioni di comunicazioni negli Usa, l’Italian wine week di New York e Miami e una Borsa vini in varie città del Messico. In Asia ci sono gli appuntamenti della Borsa vini a Tokio, il Wine Expo a Seoul, il ProWein di Hong Kong e un intero progetto di comunicazione in Cina. Infine per l’incoming in Italia sono in agenda inviti di operatori esteri per Vinitaly, Vitigno Italia a Napoli e Vinoforum a Roma. Nel 2016 l’export italiano dovrebbe attestarsi su livelli record. 5,6 miliardi, +4% e 200 milioni in più dell’anno prima. “Un buon risultato - commenta Denis Pantini, direttore area agricoltura di Nomisma - considerato che il made in Italy ha fatto meglio dei competitor più diretti come Francia, rimasta stabile, e Spagna, in lieve arretramento”. A trainare l’export tricolore nei primi li mesi del 2016 è stato soprattutto il Prosecco (+37%); a molta distanza i rossi Dop Piemonte, +2,1%, e veneto, +2%, in flessione i rossi Dop Toscana -4,6% e lo spumante Asti, -4,6%. Anche negli Stati Uniti è stato un anno record il 2016: le cantine tricolori hanno esportato per circa 1,8 miliardi dollari, +6,1%, e con quantitativi crescenti, +4%. Il traino alla crescita è arrivato, in particolare, dal Prosecco, deboli i rossi. Dove investire le risorse pubbliche e private per promuovere il vino italiano? Secondo Pantini ci sono ampi spazi di crescita in molti Paesi. In particolare, “è corretto puntare sugli Stati Unti, dove il consumo di vino rappresenta appena il 10% del totale delle bevande alcoliche. In Russia si sale all’11% e in Cina e Germania al 16%”.

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