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Il Sole 24 Ore

Cina e Usa nel mirino dei vini top … Il balzo dei consumi in Asia e Nord America spingerà la domanda mondiale almeno fino al 2020... Produttori italiani chiamati alle sfide della qualità e della promozione... L’onda lunga del vino arriva Ameno fino al 2020. In un quadriennio i consumi mondiali cresceranno del 4,3% e saranno trainati soprattutto dalla Cina (-21,6%), ma anche da Russia 6,1%) e Stati Uniti (5,7%). È la sintesi dell’outlook stilato da Ismea presentato a Vinitaly, i1 51° Salone internazionale del vino che oggi chiude i battenti. Ismea prevede anche una crescita della produzione del 24%, quindi più contenuta dell’espansione dei consumi. E i Paesi produttori? Fino al 2020 l’Italia dovrebbe essere il Paese più dinamico, con un aumento delle vendite, a valore, del 10%, meglio di Francia e Cile (+6,1%), Usa (+43%) e Spagna (+3,6%). “Spicca - commenta il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello - il balzo dei consumi in Cina, che raggiungerà i livelli della Germania, mentre i consumi interni del nostro Paese resteranno stabili, +0,9%, dopo i minimi dell’ultimo quinquennio. Sul fronte del valore medio all’export, che rimane ancora basso rispetto alla Francia, c’è da sottolineare come l’Italia sia cresciuta del 20% nel biennio 2014 - 2016 rispetto al 2011 - 2013, contro il +9% del nostro principale competitor”. Per il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani “i dati Ismea rivelano quanto il mercato cinese sia strategico. Sta ai produttori diventare più competitivi e sistemici nella promozione. Quanto agli Usa, il vino italiano è polarizzato soprattutto sulla costa atlantica, mentre dobbiamo cominciare a ragionare sul cuore dell’America, in quelle aree centrali dove il nostro vino non è ancora così presente”. Sul mercato cinese il governo italiano, Ice e Veronafiere stanno predisponendo la piattaforma commerciale Italian wine channel (in parallelo a una accademia di formazione dei sommelier), oltre alle partnership con Alibaba e 1919. Mentre per gli Usa si è aperto un Tavolo del vino con tutta la filiera e consistenti fondi pubblici. “La Cina è il mercato del futuro - osserva Marilisa Allegrini, dell’omonima cantina veneta - e ci siamo già attrezzati per tempo: contiamo sulla piattaforma distributiva di Cremonini, a cui partecipano anche Intesa Sanpaolo e UniCredit”. Ieri a Vinitaly, Federvini, l’associazione dei produttori di vini e liquori, ha deciso un programma di rafforzamento della struttura. In particolare, la creazione e il rafforzamento di servizi ad alto valore aggiunto, grazie all’accordo siglato con Assoenologi che migliorerà la sostenibilità, la ricerca e l’indagine analitica. Sempre ieri Federvini ha rilanciato la questione dei fondi Ocm vino e il sostegno per la promozione nei paesi terzi. La scarsa chiarezza in fase di produzione e applicazione delle norme ha creato una situazione di caos nel settore. “L’atteggiamento inerte del ministero - sostiene il presidente Sandro Boscaini - sul tema dei fondi per la promozione è fuori di ogni comprensione, poiché lascia le imprese italiane prive di un sostegno finanziario che i competitor di altri paesi stanno invece utilizzando ormai da mesi”.

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