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Il Sole 24 Ore

La frutta vira sull’export in Asia … Filiere. Il Macfrut di Rimini ha fatto il pieno di espositori e buyer: siglati accordi per decine di milioni... La Cina, l’India e il Vietnam i Paesi che hanno chiuso più contratti... In tre anni il Macfrut di Rimini è diventato un hub internazionale di riferimento per tutto il settore dell’ortofrutta: dall’innovazione alla ricerca, dalle macchine per la lavorazione ai nuovi prodotti. Il salone che ha chiuso ieri dopo tre giorni con quasi 40mila visitatori altamente professionalizzati, pensa già alla prossima edizione, come spiega il presidente Renzo Piraccini, consolidando il carattere internazionale - paese partner sarà la Colombia - e quello della innovazione. Inoltre a Macfrut 2018 (9 - 11 maggio) si svolgerà il primo tropical fruit congress italiano, una panoramica a tutto tondo per un comparto i cui consumi sono in crescita costante (+2,1% lo scorso anno). Un hub per conoscere le novità della tecnologia, le tendenze dei mercati, le innovazioni varietali e per fare business. Le numerose delegazioni commerciali estere e le società presente alla fiera di Rimini hanno steso accordi e preaccordi di fornitura per decine milioni. Una vera boccata di ossigeno per le tante aziende del distretto romagnolo dell’ortofrutta, che nella costruzione di macchine per la lavorazione e il confezionamento ha la sua punta di diamante. Dal punto di vista economico il settore dell’ortofrutta in Italia presenta numeri incoraggianti. Secondo Ismea i numeri del 2016 evidenziano per l’ortofrutta una crescita dei principali indicatori. L’accelerazione dell’export (+4,7%) e la crescita della spesa delle famiglie italiane (+1%) trainano il valore agricolo prodotto a circa 13 miliardi, raggiunto il 28% del valore della produzione agricola italiana. Quest’anno l’attenzione degli operatori si è focalizzata in particolare su tre aree geografiche in forte crescita sia in termini produttivi che di export. Sud America, Africa e est Europa sono ormai partner consolidati dei principali paesi produttori europei, tra cui l’Italia. Il Centro servizi ortofrutticoli (Cso) ha fatto il punto sulle relazioni commerciali con i paesi dell’Asia. “Ad oggi - secondo Cso Italy - la situazione dell’apertura dei mercati asiatici vede la Cina in procinto di avviare l’ingresso degli agrumi italiani dopo 8 anni di negoziati. Sempre per la Cina dovranno essere presi in esame congiuntamente i dossier mele e pere anche se ancora le Autorità cinesi non hanno confermato questa disponibilità”. Per il mercato del Giappone il protocollo kiwi è in fase di lavorazione e mancano solo parte delle prove sperimentali fitosanitarie. Per quanto riguarda gli agrumi il protocollo relativo al Giappone è valido solo per le varietà moro, sanguinello e tarocco. Sul Vietnam si sta lavorando sui protocolli di mele, kiwi e pere. Per guanto riguarda Taiwan attualmente è in fase di negoziazione il dossier mele ed è aperto l’export di kiwi giallo e verde. Per l’India è possibile l’esportazione di mele e pere, drupacee, uva da tavola, kiwi e agrumi. “In pochi anni - dice Piraccini - abbiamo assistito a una svolta epocale. I costi della logistica si sono più che dimezzati dando la possibilità a molti paesi produttori di raggiungere nuovi mercati con produzioni fresche di alta qualità. L’Italia ora deve guardare a questo mutato scenario internazionale e credo che abbia tutte le carte in regola per essere ancora protagonista”.

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