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Il Sole 24 Ore

Campari fa pulizia di marchi minori … Alcolici. In vendita Carolans e Irish Mist... Campari continua la pulizia di marchi: ora il cartello “Vendesi” pare sia stato appeso su whiskey e liquori irlandesi. Secondo quanto riferito dall’agenzie Bloomberg, la casa italiana dell’aperitivo starebbe lavorando alla cessione di due piccoli marchi: Irish Mist Whiskey e Carolans Irish Cream. I superalcolici erano stati acquistati nel 2010, insieme al più noto liquore Frangelico. Nell’ultimo anno, a partire dalla mega scalata su Grand Marnier, però, Campari ha iniziato a sfrondare il suo impero. Nel caso specifico, dopo l’acquisizione, i due marchi irlandesi avevano avuto un andamento molto altalenante (+0,9% nel 2012; -7,7% nel 2013; -3,3% nel 2014, +7,7% nel 2015 e nel 2016 -1,2% e +4,6% rispettivamente per Carolans e Frangelico), ma alla fine del 2016 le vendite totali di Carolans e Frangelico sono risultate pari a 69 milioni di euro, circa il 3,5% del fatturato previsto da Campari per l’anno, hanno osservato gli analisti di Banca Imi. Gli analisti di Equita, invece, hanno assunto che il fatturato generato da questi due marchi valga circa 50 milioni (provenienti per lo più dagli Stati Uniti), con una marginalità inferiore alla media del gruppo. Un’eventuale vendita potrebbe far incassare circa 120 - 150milioni. La cessione sarebbe appunto un ulteriore passo nel processo di sfoltimento del portafoglio marchi del gruppo. Negli ultimi mesi Bob Kunze Concewitz, il manager che da 10 anni esatti guida la multinazionale della famiglia Garavoglia, ha venduto Vini Fermi Cileni, lo storico marchio sardo Sella&Mosca, Teruzzi&Puthod, la divisione pharma di Appleton in Jamaica, e ancora i vini Enrico Serafino e il liquore Limoncetta di Sorrento. Per un totale di circa 120 milioni di incasso. Aumenterebbe inoltre la disponibilità di risorse per future acquisizioni, anche se non ci aspettiamo niente nel breve considerato che il gruppo è impegnato nel processo di rilancio di Grand Marnier. Ma soprattutto deve ridurre i deibiti che dopo l’acquisizone del brandy francese: erano 1,2 miliardi a fine marzo. Oltre a fare pulizia tra i marchi minori, tenendo solo quelli più rinomati, Campari può fare cassa anche da una villa in Costa Azzurra: un immobile prestigioso ricevuto insieme a Grand Marmer dalla famiglia proprietaria. La Borsa si è gasata per i rumor, ma al momento Campari non è proprio regalata a Piazza Affari: il titolo costa 22 volte gli utili 2019. I big mondiali Pernod - Ricard e Diageo, molto più grandi di Campari, prezzano meno, con un multiplo sugli utili a 18 volte. Non a caso, la medesima Evita vede un prezzo giusto a 5,5 euro, mentre in Borsa Campari vale 6,x euro. La storica azienda di Sesto San Giovanni, come sua abitudine, non ha commentato le indiscrezioni. Il che, dì solito, equivale a una conferma.

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