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Il Sole 24 Ore

Aiuti all’export, il Tar censura il ministero … Vino. Prime sentenze favorevoli alte imprese che avevano fatto ricorso sul bando Ocm... Le prime sentenze del Tar del Lazio sull’assegnazione dei fondi 2016-17 per la promozione all’estero del vino sconfessano la linea del ministero delle Politiche agricole sul bonus ai nuovi beneficiari. I ricorsi erano stati presentati da cantine escluse dai finanziamenti perché precedute nella graduatoria del ministero da altre imprese o raggruppamenti di aziende che avevano ottenuto i punteggi aggiuntivi riconosciuti ai “nuovi beneficiari” senza in realtà esserlo. Le prime due sentenze sui 13 ricorsi presentati forse tratteggiano una via d’uscita per superare l’impasse che ha bloccato una misura strategica per il vino italiano. Il ministero delle Politiche agricole gestisce infatti direttamente un terzo dei 102 milioni l’anno destinati da Bruxelles all’Italia per la promozione all’estero del vino mentre gli altri due terzi sono gestiti dalle regioni. E il bando nazionale dell’an-ualità 2016-17 era stato contestato a causa di un equivoco, avallato dagli uffici ministeriali in alcune risposte a quesiti sollevati dalle cantine (le cosiddette Faq). Il Mipaaf aveva infatti sostenuto che potevano ottenere i punteggi aggiuntivi riconosciuti ai “nuovi beneficiari” consorzi o raggruppamenti di imprese di nuova costituzione anche se composti da soggetti che già in passato avevano ottenuto fondi dell’Ocm promozione. L’inserimento ai primi posti della graduatoria di strutture con queste caratteristiche aveva scatenato i ricorsi degli esclusi. La sentenza dei giorni scorsi relativa al consorzio Italian Essence, ha chiarito la controversa questione dei “nuovi beneficiari”. “I giudici amministrativi - spiega l’avvocato Fabio Giuseppe Lucchesi (che ha presentato i ricorsi di consorzi relativi a
l’Istituto Grandi Marchi e all Ati targate Confagricoltura) - hanno fissato il principio che la premialità riservata ai nuovi beneficiari va valutata tenendo conto di tutte le aziende partecipanti a un consorzio e non solo del loro contenitore giuridico”. Ma non solo. Il Tar si è espresso anche su una seconda questione e cioè la possibilità per un’azienda di presentare più progetti nello stesso anno (ad esempio uno sul bando nazionale e uno su un bando regionale) ma per mercati diversi. In questo caso i giudici hanno stabilito che non c’è duplicazione di contributi pubblici. “Mi auguro - conclude Lucchesi - che, anche nelle prossime pronunce, i magistrati del Tar tengano conto degli
orientamenti appena espressi”.

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