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Il Tirreno

Verso la vendemmia perfetta tanta uva e di qualità super ... Sveglia alle 7, un’ occhiata al barometro e poi di corsa alla finestra a scrutare il cielo... Forse non è proprio quello che fanno ogni mattina i vignaioli della Toscana, ma poco ci manca. Sì perchè il successo della vendemmia, quest’anno più che mai, si gioca sugli equilibri del meteo, sul tempo, sul sole e sulle pioggie. Dopo un 2002 bagnato e un 2003 così asciutto come non capitava da una vita, il 2004 sembra in grado di dare nuove straordinarie soddisfazioni, come il 1999 o, addirittura, il 1997 l’anno della vendemmia perfetta. Ma, si sente dire, questa volta sembra esserci addirittura qualche cosa in più: l’Italia tutta potrebbe essere baciata da una ventata di circostanze favorevoli da segnare col cerchietto rosso. I segnali ci sono tutti e ci sono stati tutti anche in primavera quando, più che mai, la vigna conta più della cantina e l’uomo, spesso, può solo stare a guardare. Insomma, in quell’incredibile puzzle che è il vino, una volta tanto tutti i pezzi starebbero per andare al loro posto. Con i dovuti scongiuri, naturalmente, perchè chi vive e lavora la terra sa che basta un niente per mandare tutto all’aria. E per la vendemmia è cruciale il mese di settembre. Quindi: occhio al barometro, e dita incrociate... Per ora, comunque dati e sensazioni sono tutti positivi. Ezio Rivella, enologo-manager e presidente dell’Unione Italiana Vini conferma. Due parole per definire la vendemmia: «Bellissima e abbondante». «Chiaro - continua Rivella - che tutto dipenderà dalle prime due-tre settimane di settembre, ma i buoni segnali della primavera si stanno trasformando in certezze. Al punto che tutti i produttori di vini pregiati di sangiovese come il Brunello, il Nobile di Montepulciano e il Chianti classico stanno sfoltendo le viti con l’obiettivo di ottenere una migliore qualità di uve». E i bianchi? «Anche per i bianchi - conclude - valgono le stesse valutazioni: saranno freschi e fruttati, diversi da quelli delle ultime vendemmie». E visto che siamo a Montalcino di annata «cinque stelle lusso come quelle dei grandi alberghi» parla anche Stefano Campatelli che è direttore del Consorzio del Brunello. «Il meteo - spiega Campatelli - quest’anno ci ha fatto dormire sonni tranquilli: le gelate non si sono viste, le piogge sono state quelle giuste, il sole ha fatto la sua parte e siamo così sul 15-20 per cento di produzione in più rispetto allo scorso anno che però fu quasi un calvario. Certo, a Montalcino esistono situazioni differenti a seconda dell’esposizione e della disposizione dei vigneti sul territorio: stare a sud o stare a nord fa differenza, come è diverso vendemmiare tre o 100 ettari, ma voglio pensare che una stagione così equilibrata abbia dato vantaggi simili a tutte le aziende e a tutti i produttori piccoli e grandi. Quindi non ci resta che aspettare e sperare comunque nel meglio. D’altra parte è così sempre per chi lavora la terra: siamo nelle mani del meteo...». Da Montalcino al Chianti il passo è abbastanza breve. Eppoi sempre di sangiovese si tratta. Francesco Mazzei del Castello di Fonterutoli mette in rilievo come «la vendemmia sia un po’ in ritardo sui tempi», ma che ogni cosa sta comunque funzionando per il meglio anche se «tutto può succedere fino a che il vino non è in cantina». Di certo c’è che ad oggi le previsioni dicono che «quella del 2004 sarà veramente una grande annata». Anche perchè «in tutta la Toscana, dal Chianti Classico alla Maremma si sono avute buone escursioni termiche, terreni freschi e caldo non eccessivo, ideali per un vigneto. E non solo per il sangiovese, ma anche per vitigni internazionali come possono essere il merlot e il cabernet». Vendemmia in ritardo dunque? Non è proprio così. È che si sta tornando all’antico, ai tempi dei nostri nonni. Come in Maremma dove difficilmente il merlot verrà colto prima dell’ultima settimana di settembre, più o meno quando il sangiovese, appena prima del cabernet. E saranno uve di qualità. Dalla Cooperativa del Morellino di Scansano fanno infatti sapere che le aspettative sono buone: sarà un’annata eccellente sia per i rossi che per i bianchi. Negli ultimi anni la produzione è stata incrementata e l’obiettivo più importante è diventato quella della qualità. Certo, anche qui si controlla ogni giorno il barometro, ma le previsioni stanno tutte dalla parte dell’ottimismo. Ottimista anche Franco Giacosa enologo della maison Zonin, una delle più grandi aziende d’Italia che negli ultimi anni ha acquistato spazi e terreni in Toscana. Anche lui si sbilancia e parla di «grande annata» perchè, spiega «lo stato fitosanitario delle uve è stato tendenzialmente molto buono, buona è l’acidità e il grado zuccherino, per cui è facile prevedere grandi rossi e ottimi bianchi, questi ultimi sicuramente più freschi rispetto agli scorsi anni». Giacosa segue per Zonin le vigne del Monteregio, di Radda in Chianti e di San Gimignano ed ha perciò una visione abbastanza completa della situazione in Toscana «ed è chiaro - spiega - che differenze sui tempi della vendemmia ci saranno sicuramente» perchè quello che dal punto di vista del meteo accade a Radda è diverso da quanto succede sulla costa. Ma fa presente anche che «finalmente sembra che si sia tornati ai tempi di maturazione di una volta». Un fatto positivo anche per Gianni Salvi agronomo del Consorzio Costa Etrusca che da Bolgheri ha il polso di tutta la situazione di alcuni dei vini toscani più grandi e dei bianchi la cui vendemmia inizierà già nei prossimi giorni o, al massimo, con i primi di settembre. Poi toccherà ai vitigni rossi, «prima il merlot, dal 10-12 settembre poi sangiovese e cabernet alla fine del mese». «Comunque, e lo vediamo ogni giorno in vigna, le uve sono tutte di prima qualità e siamo al top come zuccheri, polifenoli e tannini». La chiusura del cerchio arriva da Corrado Dalpiaz che a Terricciola segue i vini dei fratelli Lunelli, la famiglia che produce gli spumanti Ferrari. «Per chi ha lavorato bene, chi ha tagliato cioè sul “verde” già a maggio e non ha lasciato che le piante si appesantissero in queste ultime settimane, sarà una vendemmia ottima. Ci sono tutti gli equilibri giusti per fare grandi vini». Per Lunelli e Dalpiaz è una grande occasione: a Terricciola quella del 2004 sarà la prima vendemmia vera.

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