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Il Venerdi' Di Repubblica

Un sorso di Malvasia con il retrogusto della poesia ... Più o meno ai tempi della Milano da bere, la Malvasia delle Lipari di Carlo Hauner era presente in tutte le carte dei vini dei buoni ristoranti. C’è ancora in giro qualche bottiglia dell’ultima vendemmia di Carlo, riserva ’95. Pittore-architetto bresciano radicato nell’estremo Sud, ora è nel paradiso dei vignaioli, ma chi lo ha conosciuto lo ritrova nel figlio Carlo Junior, solo più alto e massiccio. L’azienda va avanti, specializzata nei vini delle isole, ha acquisito nuove vigne a Vulcano e nel 2006 uscirà il primo rosso, a base di Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera. Ma torniamo ai vini di Salina. Oggi, con le belle etichette (quadri di Carlo senior) ci sono bianchi e rossi secchi assai gradevoli. Ma è ancora con la Malvasia, e soprattutto nella tipologia Passito, che ritorna il bicchiere-poesia. Musica liquida, l’avevamo definita. Concentrato di aromi mediterranei, dai fiori d’arancio ai frutti esotici secchi e canditi, alle spezie, al miele, con un sottofondo fresco che lo mantiene in grande equilibrio per tutta la durata della dolcezza. Per assonanza: sulla pasta di mandorle. Per sfida: su un vecchio Pecorino ... Sui 24 euro per la bottiglia da mezzo litro.

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