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Il Venerdi Di Repubblica

La bottiglia. Il vino toscano a cui piace fare il giuggiolone … Non c’è enoturista, specie straniero, che non includa nel suo itinerario Bolgheri e Castagneto Carducci. L’irruzione del Sassicaia tra i grandi vini (è il numero uno anche per Lance Armostrong) ha seminato tanto e bene. Ha incoraggiato altre vocazioni, altri investimenti. Cipresseti a parte, è mutato il paesaggio. Nella fattoria Fornacelle, ad esempio, fino agli anni 90 si coltivava tutto: vigna, olivi, seminativo e ogni tipo di frutto. Stefano Billi lavorava la campagna coi genitori, ma si rendeva conto che c’era bisogno di adeguare le vigne del bisnonno. Risultato: è rimasto solo il pescheto. Ben saldi gli olivi, rinnovati i sette ettari di vigna, con l’aiuto dell’agronomo Fabrizio Moltard. Stefano e la moglie Silvia propongono tre vini: il bianco Zizzolo (toponimo, vuol dire giuggiolo), fresco uvaggio di Trebbiano, Sauvignon e Vermentino, e due rossi: Guarda Boschi (Merlot al 70% più Cabernet Franc), energico velluto in sole tremila bottiglie e ancora Zizzolo (pari quota di Merlot e Cabernet Sauvignon). Ogni varietà è vinificata in purezza, separatamente. Il Rosso Zizzolo porge bouquet vivo, fruttato, con echi balsamici e silvestri. Il gusto è nitido, armonico, pieno, affabile. A Torino da L’Arcante, a Firenze all’enoteca Pane & Co, sui 13 euro.

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