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Il Venerdi Di Repubblica

Un Montepulciano d’Abruzzo davvero buono. E solidale ... In provincia di Pescara un vulcanico produttore fa ottimi vini, ma costruisce anche villaggi per bambini sfortunati... L’alpino Francesco Zaccagnini chiamava “tenente” l’avvocato Peppino Prisco, mitico dirigente dell’Inter, fin dai giorni della campagna di Russia. L’avvocato lo chiamava Ciccio, battezzando involontariamente anche la futura Ciccio Zaccagnini. Ora la guida il figlio Marcello, il tipo che una ne pensa e cento ne fa. Da coltivatore di uve a produttore di buoni vini. Il primo, nel ‘78, Montepulciano rosé.
Poi, via via, dai 100 ettari di proprietà, le altre specialità, con felici deviazioni persino su Cannonau passito. Il tutto con l’agronomo Di Medio, gli istituti di ricerca di Asti e Conegliano e l’ottima mano enologica di Concezio Marulli (cugino di Marcello), aggiornato su ogni avanguardia vitivinicola.
“Cultura, tecnologia, rispetto della terra” sono i punti cardine di Marcello. Ma anche passione per l’arte, la musica, la solidarietà. Tra le iniziative: Uvarte, Un fiore per Ivan (Graziani), la costruzione di villaggi per bimbi sfortunati. Sullo sfondo, sempre il vino. Da assaggiare, nella linea San Clemente, il Montepulciano d’Abruzzo 2004. Rubino scuro, piccoli frutti maturi, liquerizia e tabacco, gusto pieno, di calda avvolgenza, ricco e appagante. A Milano alla Bottega dell’arte del vino, a Roma alla Pozione del Giuda ballerino, sui 22-24 euro.

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