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Il Venerdi’ Di Repubblica

Perché al contadino è vietato il formaggio con le pere ...Il pretesto, il punto di partenza, di questo libro, è semplice: la
frase “al contadino non devi far sapere quant’è buono il formaggio con le pere”. Uno dei tanti proverbi che alle volte aiutano, altre clamorosamente confondono. Di questo semplice proverbio Massimo Montanari (Storia medievale e dell’alimentazione a Bologna) ricostruisce la storia in un libro pubblicato da Laterza e intitolato appunto II formaggio con le pere.
Gli storici dell’alimentazione sono preziosissimi esploratori: affondano i loro strumenti in quella parte della vita d’ogni giorno
che meglio rivela un popolo, vale a dire il suo modo di consumare cibo. Basta pensare a quanto dicono sulla crisi le inchieste di
questi giorni sulla diminuzione delle vendite nei generi alimentari. Del resto in Italia abbiamo avuto un grande esponente di
questa disciplina, Piero Camporesi, di cui solo poche settimane
fa ho qui segnalato la riedizione del suo lì governo del corpo. Montanari non è da meno, vantando nella sua ricca bibliografia una Storia dell’alimentazione in
collaborazione con lo storico francese Jean-Louis Flandrin, scomparso pochi anni fa.
Il punto di partenza del libro nasce da autentica e giustificata curiosità: come mai un proverbio, cioè un condensato di “saggezza popolare”, esclude dal sapere il contadino? Domanda raffinata che apre a una serie di questioni, II formaggio è il cibo di Polifemo, scrive l’autore, l’uomo-bestia non toccato dal processo di civilizzazione. La scena dell’Odissea
fa capire bene quale immagine primitiva con
notò a lungo latte e latticini, che sono alimento per gli umili, contadini compresi ovviamente. Per contro i
frutti, nel Medio Evo, sono percepiti come cibo di élite, in parti
colare frutti delicati e deperibili, come appunto le pere. In un
certo momento i due alimenti vengono messi insieme. E ciò avviene quando la capacità istintiva, animalesca, del “gusto” viene soppiantata gradualmente dalia scoperta del “buongusto”,
che è attitudine culturale. A quel punto il contadino venne messo alla porta poiché avrebbe potuto rovinare se stesso e il suo podere se fosse corso dietro ai più raffinati piaceri della gola. Ho
cercato di riassumere e lascio solo immaginare quale ricchezza
di riferimenti l’autore sappia estrarre dalle sue escursioni nell’economia, nelle tradizioni, nella cultura orale.

Il formaggio con le pere, Massimo Montanari, Laterza, pp.161, euro 15.

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