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Il VenerdÌ Di Repubblica

Arte, salumi e formaggi: nelle Marche un terno al lotto ... Percorsi enogastronomici nei luoghi dove sono conservati alcuni capolavori del maestro veneziano. Da Urbino a Jesi e Cingoli tra paesaggi e antichi sapori... Recanati (Macerata). Su e giù per le colline marchigiane, sulle tracce di Lorenzo Lotto. Alla scoperta delle opere e dei cibi di queste terre, a cui il celebre pittore del Rinascimento veneziano volle legare il proprio destino. Dopo la mostra alle Scuderie del Quirinale e i dovuti restauri, infatti, i quadri di Lotto tornano a casa, nelle chiese e nei musei sparsi tra Lombardia, Veneto e Marche dove furono realizzati nel Cinquecento. Il progetto Terre di Lotto (lorenzolotto.info), ideato da Barbara Abbondanza Maccaferri e Giovanni Carlo Federico Villa e sostenuto da ministero per i Beni culturali e Regione Marche (turismo.marche.it), si snoda attraverso le città e i borghi antichi sponsorizzati nel mondo da Dustin Hoffman. Una serie di proposte di itinerari, dall’estate fino a fine anno, per appassionati di arte e gourmet, tra i corposi vini rossi del Conero, la montagna di Ancona a picco sul mare, e bianchi delicati come le due riserve Docg Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, nel Maceratese, tra ciauscolo Igp, casciotta di Urbino Dop e ghiottonerie come lo stoccafisso all’anconetana con acciughe, patate e olive nere. E un cartellone fitto di mostre, incontri, concerti, eventi culturali. “È un’occasione unica per ammirare i dipinti nei luoghi in cui l’artista li pensò e realizzò. A Cingoli, Monte San Giusto e Loreto i visitatori possono immergersi negli stessi paesaggi di cinque secoli fa”, spiega Villa, curatore della retrospettiva romana e docente dì Arte moderna all’università di Bergamo, che il 23 luglio accoglierà nella chiesa di San Domenico a Recanati l’unico affresco marchigiano del pittore rinascimentale, “San Vincenzo Ferrer in gloria”. Che verrà illuminato con un nuovo impianto a led, recuperando i colori e la profondità di campo originali, come le altre opere di ritorno da Roma. Le strade del cibo e dell’arte, infatti, portano fino a Urbino, con il “San Rocco” conservato nella Pinacoteca di Palazzo Ducale, toccano Ancona con la “Pala dell’Alabarda” (1539) alla Pinacoteca civica e arrivano a Monte San Giusto, nel Maceratese, con la “Crocifissione” (1529-’34) conservata nella chiesa di Santa Maria in Telusiano. Tappa obbligata a Jesi,terra di vini eccellenti e sede dell’Enoteca regionale. Qui, tra le cinque opere dell’artista veneziano custodite nella Pinacoteca civica, c’è la celebre “Madonna delle rose” (1526). I riferimenti floreali hanno offerto agli ideatori del progetto un ulteriore spunto gastronomico: “Abbiamo chiesto ad alcuni chef delle Marche di elaborare menù a partire dalle suggestioni rinascimentali” conclude Villa “dai colori e dai sapori suggeriti dall’artista, che nelle opere racconta i profumi del suo tempo. E così nella cucina contemporanea le rose diventano essenze preziose”.

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