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Il Venerdi Di Repubblica

Lo Champagne non è in crisi (e quest’estate va sul ghiaccio) crescono del sette per cento le vendite mondiali delle bollicine francesi (più 6,3 in Italia). Viaggio a Epernay, nelle storiche cantine del Moët et Chandon. Che ora produce una versione più “giovane”: on the rocks e con menta o lime ... Benott Gouez riceve gli ospiti con il calice in mano, nella sala con il soffitto a volta. Luce soffusa, atmosfera tra mistero e devozione, pochi gesti solenni, Queste gallerie, un reticolo sotterraneo di ventotto chilometri su tre piani, sono la casa dello chef de cave di Moët & Chandon. il responsabile delle cantine della storica maison di Èpernay, fondata nel 1743 nel cuore della Champagne, il terroir francese delle bollicine, 150 chilometri a Nordest di Parigi. Prima che escano dalle cantine, è lui a dire l’ultima parola su tutte le bottiglie, allineate a decine di migliaia lungo le pareti di gesso del labirinto, invecchiate a una temperatura tra i 10 e 12 gradi: dalla classica Brut lmpérial, chiamata così nel 1869 in omaggio a Napoleone, grande conoscitore di vini e amico del produttore Jean-Remy Moët, alla nuova bottiglia tutta bianca Moët Ice lmpérial, il primo champagne da bere in spiaggia, in piscina o in terrazza con il ghiaccio (sul sito moet.com si può scaricare la App per trovare i luoghi in cui è disponibile in Italia e nel mondo), in grandi calici con foglie di menta, una scorza di lime o un po’ di frutti rossi. Dopo il lancio dello scorso anno, ora è nel nuovo formato magnum da un litro e mezzo, L’idea è svecchiare l’immagine delle bollicine francesi, simbolo incontrastato del lusso, e conquistare un pubblico più giovane. “La tradizione per noi è sinonimo olmo di innovazione, non di passato. Quello è folclore, non ci interessa” dice Gouez, “Oggi il gusto dei consumatori è diverso rispetto a vent’anni fa, prevalgono leggerezza, freschezza, precisione, E anche il nostro champagne si è evoluto”, Lo chef de cave di Moët et Chandon (che possiede quasi 1200 ettari di vitigni sui 34 mila complessivi della denominazione) pensa anche ai nuovi mercati, che negli ultimi tempi danno notevoli soddisfazioni a tutti i grandi produttori di champagne.
Se nel 2011 le vendite in Francia hanno registrato una lieve flessione (-1,9 per cento) rispetto all’anno precedente. infatti, il fatturato globale delle case vinicole francesi è cresciuto del sette per cento, attestandosi a 4,4 miliardi di euro di cui la metà grazie alFexport secondo i dati ufficiali forniti dal Comité interprofessionnel du vin de champagne (Civc), Lo scorso anno sono partite dalla Francia 323 milioni di bottiglie, dirette soprattutto nei Paesi in cui il gusto è più consolidato (Usa più 14,4 per cento; Giappone più 6,7 per cento; più 32 per cento verso l’Australia), con alcune sorprese nei mercati emergenti come Russia (più 24 per cento), Brasile (più 7 per cento), Cina (più 19 per cento) e Corea del Sud (più 31 per cento), Anche in Europa le vendite sono aumentate trainate da Germania e Belgio (più 8,5 per cento) e Italia (più 6,3 per cento), che si conferma il sesto mercato mondiale dello champagne (Francia a parte), Saldamente in testa, la Gran Bretagna con quasi 35 milioni di bottiglie vendute.

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