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Il VenerdÌ Di Repubblica

La bottiglia ... Il rinascimento adesso rinasce dal bicchiere ... Il nome, Mocajo, non è una creazione dell’ufficio marketing: documenti del 1530 descrivono la tenuta come “vico spicciolato con villa e chiesa nella diocesi di Volterra”, Dagli anni Novanta appartiene alla famiglia Borghi. Mocajo significa 800 ettari di macchia mediterranea e 400 di seminativi, Gli ulivi occupano venti ettari, le vigne dieci. Quando Guido Borghi, collezionista appassionato, decide di avere vini suoi, si appoggia ai consigli di un amico, il gourmet e produttore piemontese Franco Martinetti Dalla Francia nel 2000 arrivano i due Cabernet e il Syrah. nel 2002 è piantato un vitigno nostrano, il Sangiovese. La produzione (enologa Francesca Arquint) è commercializzata dal 2010. Tre vini in ventaglio, tutti rossi: Ignis (in ricordo di Giovanni Borghi, padre di Guido, uno dei grandi nomi dal mode in Italy, uno che vendeva frigoriferi anche agli americani), Ligia (nome di altra tenuta) e. fiore all’occhiello. Il Macajo. Cabernet Sauvignon 40 per cento, Franc 25, Syrah 35, vinificato in acciaio, almeno 18 mesi in barrique, nel bicchiere profuma di frutti (prugne) con note erbacee e speziate, e sul palato ha bella struttura. A Varese all’enoteca Uvarara sui 28 euro.

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