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Il VenerdÌ Di Repubblica

La bottiglia ... Un ultimo, profumato, sorso
di freschezza ... Non capita tutti i giorni di incontrare e apprezzare un bianco di 6 anni e che si annuncia in forma per altri anni ancora. È il Timorasso di Paolo Carlo Ghislandi. Nato a Lecco, madre tedesca e figlia di coltivatori, padre che lo portava in vendemmia nelle tenute toscane, poi vendute. Con queste premesse, la passione per il vino era inevitabile. Paolo Cailo fa altri lavori (consulenze logistiche e finanziarie, gestione delle risorse umane) fino al 2012, ma il colpo (li sogno) della vita lo realizza nel 1998, quando compra I Carpini, sulle colline tortonesi Progetta un vigneto in un ecosistema di boschi e prati, di già piantumato (nel 1926) trova solo un piccolo appezzamento di Barbera. Con l’agronomo Alberto Pansecchi e l’enologo Mano Maffi, produce vini da professionisti, tutte le etichette da singolo vigneto, col gusto della sperimentazione (le anfore, per esempio). Dice: “Lascio andare il vino da solo, fino a quando è pronto”. Senza assilli commerciali, per il piacere di fare vini sinceri, in accordo con i tempi della natura. Ecco il Timorasso Brezza d’estate 2010 nel bicchiere: oro brillante, profumi di ginestra, di frutti a polpa bianca, note mielate, refoli minerali e balsamici. Il sorso è fresco, deliziosamente ricco di sfumature, con alta dote alcolica, di lungo fascino. A Milano da Enoluogo, a Perugia alla Vinoteca San Sisto sui 25/28 euro.

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