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Il VenerdÌ Di Repubblica

Proseccoland bussa alla porta dell’Unesco ... II 7 ottobre le Colline di Conegliano e Valdobbiadene si candidano per diventare

patrimonio dell’umanità. Grazie ai

grandi vigneti e ai borghi ricchi di storia

e colline scoscese e verdissime, i cieli azzurri dove le nuvole corrono veloci, le piccole

pievi chiare adagiate sulla

sommità dei colli. Quel paesaggio che fa da sfondo alle tele di Cima da Conegliano, esempio sublime della pittura veneta tra il XV e il XVI secolo, quel territorio conservatosi nei secoli anche grazie a un’attenta gestione agricola, potrebbe avere nel prossimo futuro un formidabile alleato in più.

Il 7 ottobre, infatti, viene presentata ufficialmente la candidatura delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, terra del Prosecco Superiore, a patrimonio universale dell’umanità dell’Unesco. Una candidatura sostenuta dalla regione Veneto ma che nasce da un progetto di comunità tra i quindici comuni della zona in cui si producono il vino docg Conegliano Valdobbiadene prosecco superiore e il pregiato Canizze. Negli ultimi anni hanno lavorato insieme per far sì che l’area che si snoda alle pendici delle Prealpi trevigiane, con oltre 6.800 ettari di vigneti e una viticoltura ancora oggi svolta quasi esclusivamente a mano, possano essere visti in Italia e nel resto del mondo come un unicum da tutelare.

Spiega Michele Genovese, direttore Gal Alta Marca Trevigiana, come si sia

seguito l’esempio di altre aree vinicole che già sono state premiate dall’Unesco. Non solo le francesi Champagne e Borgogna, ma le piemontesi Langhe, Roero e Monferrato: «Anche le colline a vocazione vinicola della zona di Conegliano e Valdobbiadene sono un esempio affascinante del connubio tra rispetto della natura e successo imprenditoriale. Dal tempi in cui, nel 1876, fu fondata a Conegliano la Scuola enologica italiana, e venne così sperimentato perla prima volta il metodo di spumantizzazione italiano, siamo riusciti a coniugare tutela del nostro paesaggio culturale e ricchezza. L’abbiamo fatto grazie al prosecco, che è diventato un simbolo del made in Italy, e ora siamo pronti per far conoscere la bellezza di questi luoghi».

E di bellezza, tra queste colline, ce n’è davvero tanta: da Conegliano, col suo Duomo che conserva una delle opere più famose di Cima, la Madonna in trono col Bambino fra angeli e santi, all’abbazia cistercense di Follina, alla pieve di San Pietro di Feletto coni suoi affreschi tardo medioevali, al circondario di Refrontolo, culla di un passito d’alta qualità, tra le antiche case di sasso dei contadini e le ville dove per secoli la nobiltà veneziana ha passato l’estate per fuggire all’afa della Laguna.

Già oggi sono tanti gli stranieri che scelgono di visitare cantine e paesi, spesso in bicicletta e sono destinati ad aumentare quando sarà completata, l’anno prossimo, la ciclopista lungo il fiume Piave lunga 152 chilometri. Un altro buon motivo per visitare quella che qui, con orgoglio e speranza, chiamano Prosecco Land.

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