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Prosit ... Sondaggio di “Winenews” per Vinitaly. È il Barolo il vino più amato... Angelo Gaja, portabandiera del Rinascimento vitivinicolo italiano. A lui va il merito di aver regalato fama mondiale ai vini piemontesi: Barolo e Barbaresco in primis. Sulla scia del padre Giovanni che già nel 1937 creò l’etichetta Gaja, egli ha sempre puntato sul nome dell’azienda stampato con caratteri cubitali rispetto al nome del vitigno decisamente più piccolo. Una strategia vincente. Il vino più amato dagli italiani è il Barolo, seguito da Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta. Questo il responso di un sondaggio di Winenews per Vinitaly. Sempre “made in Piemonte” anche la griffe preferita: Angelo Gaja che precede Antinori, marchio toscano di fama internazionale, Bellavista, realtà franciacortina d’eccellenza, Tenuta dell’Ornellaia, marchio deluxe che firma un’etichetta di culto a Bolgheri, e Caprai, cantina umbra che ha lanciato il Sagrantino nel gotha dell’enologia. Sono invece Barolo, Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta, i “quattro moschettieri” che guidano la classifica delle denominazioni che vantano il legame più profondo con il proprio territorio di appartenenza. L’inchiesta ha coinvolto 1.424 enonauti (amanti di vino & web). Al primo posto della classifica delle denominazioni più amate si è piazzato il Barolo (22% delle preferenze), portabandiera del Piemonte e pietra miliare dell’enologia tricolore, seguito da Chianti Classico (12%), territorio che vanta un inimitabile fascino conferito da storia, arte e paesaggio, Brunello di Montalcino (11%), uno dei vini “made in Italy” più conosciuti nel mondo, e Franciacorta (10%), simbolo delle bollicine d’eccellenza di casa nostra. Seguono, nella top ten delle denominazioni preferite, Amarone della Valpolicella, Bolgheri, Barbaresco, Sagrantino di Montefalco, Trento Doc, Taurasi. Tra le cantine sul podio più alto troviamo Gaja (8%), sicuramente uno dei portabandiera dell’Italia enoica nel mondo, seguito da Antinori (5%), cantina toscana dalla storia secolare. Quindi, con il 4%, Bellavista, una delle più note realtà della Franciacorta fondata da Vittorio Moretti, Tenuta dell’Ornellaia, fascinosa griffe toscana sinonimo di un grande vino, Caprai, autore del rilancio territoriale di Montefalco e dell’antico vitigno Sagrantino. Tra le più votate seguono poi Tasca d’Almerita, Terlano, San Michele Appiano, Planeta e Donnafugata. Ed ancora Ca’ del Bosco, Ferrari e Castello di Ama. Tra i più gettonati troviamo poi Biondi Santi, Tenuta San Guido, Bartolo Mascarello, Dal Forno, Allegrini e Valentini. In testa alla classifica delle denominazioni che vantano il legame più profondo con il territorio svettano Barolo (25%), Chianti Classico (20%), Brunello di Montalcino (18%) e Franciacorta (10%). Seguono, nella top ten, Barbaresco, Bolgheri, Montefalco, Amarone, Collio e Supertuscan. Da rilevare, in questa classifica, l’ascesa dei cosiddetti “macro-territori”, in particolare Trentino e Sicilia, regioni votate per la qualità della loro offerta produttiva complessiva più che per le singole denominazioni. Prosit.

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