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L'economia Centro

Tutti i vini del mondo da vedere in 5 giorni… Il 2005 enologico si è aperto il 7 aprile a Verona con l’inaugurazione della 39esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e dei distillati, che sarà ospitato da Verona Fiere fino all’11 aprile prossimo. Oltre 4mila i produttori presenti, in rappresentanza di più di 30 paesi, distribuiti su una superficie di mostra di oltre 70’ mila metri quadrati. E oltre 140 mila operatori professionali, provenienti da 90 nazioni del mondo, sono arrivati a Vinitaly per tastare il polso al mercato enologico.
Questi i numeri dell’appuntamento enologico più importante d’Italia, durante il quale sarà possibile scoprire le migliori etichette enologiche e cercare di intuire le prospettive future del mercato. Lungo gli stand della fiera di Verona, regioni come Toscana, Umbria, Lazio ed Emilia Romagna saranno tra le maggiori protagoniste, grazie ai loro vini all’insegna della qualità e all’esaltazione del territorio. E mentre giornalisti di settore e opinion leader stanno già partecipando in massa al giro del mondo del vino in cinque giorni, la recente pubblicazione dei dati 2004 relativi alla filiera enologica, permette di guardare al futuro con moderato ottimismo. Diffusa, infatti, è la sensazione che il mercato del vino sia vicino a una, seppur lenta, ripresa.
Se l’Italia, con i suoi 54 milioni di ettolitri di vini e mosti prodotti nel corso dell’ultimo anno, si conferma ai primissimi livelli nel mondo, grazie a una produzione pari al 18% del vino mondiale, e ad un terzo di quello comunitario, realtà come la Toscana mantengono intatto il ruolo di portabandiera della qualità del vino italiano nel mondo. La sua produzione fortemente legata al territorio e la proverbiale passione dei viticoltori toscani continuano, infatti, a fare la differenza nonostante la fase non proprio idilliaca del comparto.
A confermarlo sono i risultati del sesto rapporto sull’economia e le politiche rurali in Toscana curato da Irpet (Istituto regionale programmazione economica toscana), presentato proprio durante il Vinitaly sulle pagine di Wine Tuscany, la pubblicazione di Toscana Promozione. Specialmente i dati relativi all’export (in crescita a livello nazionale del 3%), evidenziano la salute della viticoltura toscana e il suo indiscusso fascino verso i paesi esteri.
Mettendo a confronto il periodo gennaio-giugno 2003 con lo stesso periodo dell’ultimo anno, si scopre infatti che le esportazioni sono salite a 224,6 milioni di euro, con un aumento di circa il 2,6%.
In crescita anche il numero di aziende produttrici. Secondo le recenti stime dell’Istat la produzione vinicola regionale ha oltrepassato nel 2004 i 3 milioni di ettolitri, il 33% in più rispetto alle ultime due vendemmie. La produzione regionale toscana incide così per circa il 6% su quella nazionale.
Altri dati, confermano inoltre la particolare predilezione dei consumatori italiani per un bere all’insegna della qualità. L’analisi della spesa enologica 2004, condotta da Ismea- evidenzia un valore assoluto migliori rispetto al 2003, con un totale di 1,710, miliardi di euro spesi per acquistare vino, dei quali oltre 634,7 milioni destinati all’acquisto di etichette Doc e Docg.
Tornando alle esportazioni, il trend positivo è dimostrato anche dalla pubblicazione del rapporto dell’Italian Wine & Food Institute, dove si evidenzia la crescita dei dati relativi alle importazioni di vino italiano verso gli Stati Uniti nell’ultimo trimestre del 2004. complessivamente l’import vinicolo negli Usa ammonta a 1.813,790 ettolitri e 857,64 milioni di dollari contro i 1.940,130 ettolitri e 822,76 milioni di dollari dello stesso periodo del 2003, con una diminuzione del 6,5% in quantità ma un aumento del 4,2% in valore. A far pensare in positivo è soprattutto il dato relativo all’apertura delle nuove frontiere nell’enologia.
Tra gli importatori, infatti, c’è da registrare il grande balzo del mercato asiatico, capace di raggiungere nell’ultimo anno il 5% del totale dell’export italiano, con una crescita del 20% rispetto al 2003. In particolare, verso la Cina l’aumento è stato del 110% in India addirittura del 238%. Facile pensare che a Vinitaly, oltre alle solite immancabili delegazioni americane e tedesche, numerosa sarà anche la colonia asiatica, che mostra sempre maggiore interesse per il mondo del vino.


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