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L'espresso

E i mastri grappaioli sperimentano ... La materia prima ? Vinacce di Brunello, di Sangiovese, di Merlot ... I contadini dell’Ottocento non avrebbero più di che nutrire i rudimentali alambicchi. Oggi sono alcune migliaia i viticoltori che portano le loro vinacce da un distillatore di fiducia per ricavarne grappa di fattoria. Un incontro tra i più felici è quello tra i marchesi de’ Frescobaldi e Bob Mondavi con Jacopo Poli. Distillando con sistema a ciclo discontinuo le vinacce di Sangiovese e Merlot che hanno già dato origine al Supertuscan Luce, ricava una grappa all’altezza del grande vino di cui è figlia. Non da meno l’esclusivissima acquavite d’uva di Brunello di Montalcino, Prime uve, che Italo Maschio ha voluto dedicare a Ezio Rivella, fondatore di Castello Banfi, che ha messo a disposizione le vinacce 1988 per un esperimento in sole 842 bottiglie. Dalla stessa distilleria di Gaiarine, nel Trevigiano, arriva la dimostrazione che con gli alambicchi e i frutti della terra italiana si possono fare grandi prodotti. Come Prime arance, per la quale Maschio ha selezionato le migliori varietà di moro e tarocco di produzione nazionale. Nulla da invidiare ad alcuni blasonati liquori d’oltralpe.

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