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L'espresso

Si chiama Fuggiasco il vino dei detenuti: nasce nel carcere di Velletri il più curioso tra i "novelli" di quest'anno. Da gustare con castagne, funghi e piatti a base di zucca ... Torna puntuale l'appuntamento con il Novello, il primo vino della vendemmia 2003 ad essere imbottigliato. Il suo effettivo "deblocage" (questo il temine tecnico) è avvenuto a mezzanotte e un quarto del 5 novembre. Per rendere più solenne la data, il St. Regis Grand Hotel di Roma ha organizzato una gigantesca degustazione dei vini novelli italiani, a ingresso libero, per 1500 appassionati, dalle 17 alle 21 di mercoledì. 21 milioni le bottiglie, 160mila ettolitri di produzione, 400 cantine nazionali: questi sono i numeri forniti dal Ministero delle Politiche Agricole, autore del decreto che fissa la data ufficiale dello stappamento. La stima è di Coldiretti, che evidenzia l'aumento della produzione italiana di Novello in un +5% rispetto allo scorso anno.
Altro record del nostro vino: raggiungerà il mercato con due settimane di anticipo rispetto al Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal 20 novembre.
Quest'anno poi arriva, nella famiglia dei Novelli, una creatura tutta particolare. Esce dal carcere il 7 novembre e si chiama "Fuggiasco" un particolare vino Novello che farà il suo debutto in società il 7 novembre, e avrà la sua prima degustazione pubblica l'8 novembre a Capena, nella grotta naturale del Dona Flor, ristorante e punto gastronomico culturale di Donata Marrazzo. Un'etichetta appropriata per un vino creato da quindici detenuti del carcere di Velletri, nei Castelli Romani. La bottiglia del Fuggiasco è stata tenuta in stretto isolamento fino ad ora. "Nessuna allusione" dicono i produttori di Fuggiasco. "Lo abbiamo chiamato così perché il Novello ha una durata e una bevibilità molto breve, come tutti i Novelli, del resto". Un anno: è questo il periodo massimo in cui il Novello, dai grandi sommelier ed esperti di vino neanche considerato vino, deve essere bevuto dal suo imbottigliamento. Sabato 8 novembre, però e nonostante la nomea affidatagli, anche esperti e assaggiatori si sono dati appuntamento al Dona Flor di Capena per un incontro enogastronomico a base di castagne, funghi porcini, piatti a base di zucca e, appunto, Novello Fuggiasco. "Sono felicissima di ospitare questo battesimo speciale - dice raggiante Donata Marrazzo, padrona di casa del Dona Flor e madrina dell'evento - per l'occasione sarà presente anche un enologo, a cui verrà dato un permesso speciale per l'occasione". A far compagnia al "Fuggiasco" ci sarà anche il Lazio Igt (Indicazione geografica tipica) rosso, tutto sangiovese, e il Lazio Igt bianco, un chardonnay in purezza: entrambi sono vini biologici. Per la prima volta questi vini saranno venduti oltre le sbarre, con un prezzo che oscilla dai 4 ai 7 euro, e commercializzati in Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna e volerà oltreoceano verso gli Stati Uniti. Il gruppo di detenuti-produttori, che vivono nella condizione di semi libertà e che lavorano nella cantina, ha dato vita da tempo ad una cooperativa. Anche la cooperativa ha un nome evocativo: si chiama Lazzarìa, con richiamo alla contrada di Velletri dove ha sede il carcere, ma anche a chi vive una condizione "altra". Il Novello, nato negli anni '50 in Francia nella regione Beaujolais, esercita una forte attrattiva soprattutto sul pubblico dei più giovani e meno esperti per la sua leggerezza, la bassa gradazione (11 gradi), il bouquet aromatico, la trasparenza del colore, rosso rubino. Il metodo di vinificazione utilizzato è stato messo a punto negli anni '50 dal ricercatore francese Flanzy ed è profondamente diverso da quello tradizionale: le uve del novello, infatti, non vengono pigiate, e successivamente fermentate, come nel caso dei vini tradizionali, ma viene invece effettuata la fermentazione direttamente con gli acini interi, in modo che solo una piccola parte degli zuccheri presenti si trasformi in alcool, conferendo al vino il caratteristico gusto amabile e fruttato (www.bereilvino.it). Negli ultimi 15 anni, secondo la Coldiretti, le aziende coinvolte nella produzione di Novello sono aumentate di quattro volte, passando da 50 a circa 400 (60% al nord, 25 % al centro e 15% nel sud), con un fatturato stimato pari a quasi 90 milioni di euro (www.aziende.it). La maggiore concentrazione delle imprese è nel Veneto e in Toscana, dove è prodotto quasi il 50% del Novello. Ora è in netta espansione anche il sud: la Puglia si sta facendo strada, e in questa regione si stima saranno prodotte oltre un milione di bottiglie. Alcune regole di degustazione del vino Novello: va servito a 14° nel calice medio, possibilmente a forma di tulipano. Non va stappato in anticipo e non va messo nel decanter. "E' da consumarsi preferibilmente entro i primi 6-12 mesi di vita - aggiunge Donata del Dona Flor - noi lo serviremo con funghi porcini, con le classiche castagne e con piatti a base di zucca gialla, come il risotto o le farfalle".

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