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L'espresso

Identità vulcanica ... Nel mare magno dei vini siciliani che oggi, come tutti gli altri, soffrono per eccesso di produzione e concorrenza dei paesi del nuovo mondo enologico, la perla dell’eccellenza e dell’identità, senza compromessi con vitigni passepartout, resta l’Etna, in particolare con i rossi ricavati dal nerello mascalese, probabilmente il più nobile dei vitigni siciliani autoctoni. Peccato (o fortuna?) che sono pochi i vini dell’Etna autentici, cioè quelli prodotti con le uve e con lo spirito propri di quelle viticolture e non semplicemente “sull’Etna” secondo standard internazionali. Pochi e quindi da ricercare sul territorio, fra Milo e Castiglione, fra Viagrande e Trecastagni da piccoli vitivinicoltori che si sono messi sulla via della modernità aperta dai vari Benanti, De Grazia, Villagrande. Chi non ha tempo né voglia di mettersi sulle strade che attraversano i vigneti nella fascia fra i 500 e gli 800 metri, può far tappa in uno dei rari ristoranti-trattoria del Catanese che oltre a buona cucina offrono intelligente cantina. Il Giardino di Bacco è a San Giovanni La Punta, un quarto d’ora dal capoluogo: un giardino ombreggiato e silenzioso, un interno di sale e salette bianco calce, con suggestive nicchie e arredamento essenziale, una cucina che valorizza soprattutto ortaggi e pesci poveri. E una cantina con 350 etichette, scelte con competenza, vendute a prezzi più che moderati e rappresentate in una carta originale che elenca i vini in ordine di prezzo decrescente e di ciascuno, oltre alla gradazione, all’uvaggio e al prezzo, riporta il giudizio circa il rapporto qualità/prezzo (ottimo, buono, giusto, basso) secondo Salvo Trischitta, il titolare...

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