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L'espresso

L’Andalusia è in Maremma ... Siti archeologici, spiagge dorate, vini e cibi doc. E come modello la regione di Siviglia… “La Maremma diventerà l’Andalusia d’Italia”. La ripete spesso, questa frase, il presidente della Camera di Commercio di Grosseto, Gianni Lamioni. Insieme al presidente della Provincia, Leonardo Marras, sta spingendo forte sull’acceleratore della promozione, in Italia e all’estero.

Certo è che pochi territori al mondo possono vantare le qualità della Maremma, già visitata ogni anno da una media di cinque milioni di turisti. Con oltre 4.500 chilometri quadrati, la provincia di Grosseto è la più vasta della Toscana e su un quinto del territorio della regione vivono appena 220 mila abitanti. Una caratteristica atipica che, insieme al clima, rappresenta proprio la sua fortuna: poca antropizzazione e poche infrastrutture, grandi spazi aperti dalle vette del Monte Amiata fino all’Argentario, quasi metà di tutta la costa della Toscana oltre a una biodiversità unica, le testimonianze di tremila anni di storia e antiche tradizioni.

Ma il “brand” Maremma paga ancora un gap di conoscenza. Per anni i motori di ricerca su Internet riportavano fra i primi risultati solo le imprecazioni. Ora il vento sta cambiando, il Pil pro-capite era il 72esimo d’Italia nel 1995 e ora è il 48esimo, ma le potenzialità del territorio sono enormi e ancora in larga parte inespresse. “Cinque milioni di turisti all’anno possono sembrare un ottimo risultato”, spiega ancora Lamioni: “Ma se si va a vedere bene, l’80 per cento di questi vengono dall’Italia, e di questi gran parte dalla Toscana. Insomma, chi conosce questa terra meravigliosa ci viene in vacanza, la apprezza, ci torna, la consiglia. Ma abbiamo bisogno di farla apprezzare anche fuori, puntando su un modello di sviluppo unico in Italia”.

La strategia di Camera di Commercio e Provincia è chiara: portare la Maremma nel mondo per poi portare il mondo in Maremma. E il passepartout per arrivare al pubblico internazionale è, prima di tutto, l’enogastronomia. In Maremma esistono 11 mila aziende agricole, la quota di Pil dall’agricoltura è doppia rispetto al resto della regione, si producono un ottimo vino, formaggi, salumi, olio, carne, la ristorazione è ovunque molto caratteristica e di alto livello. È nato per questo il progetto Maremrnawineshire, con il padiglione unico al Vinitaly e la fiera dei produttori a Grosseto (tornerà il 21 e 22 maggio), a Milano e il prossimo novembre in trasferta a New York. E a settembre arriva il Maremmafoodshire. “Vino e prodotti tipici sono i nostri ambasciatori nel mondo”, prosegue Lamioni: “Da poco abbiamo avuto il via libera alla Doc Maremma, che si aggiunge alle altre sette denominazioni già presenti, siamo la prima rovincia in Italia per numero di ovini, i formaggi sono di qualità e prodotti con filiera cortissima, la mucca maremmana è razza protetta e dà carne unica”.

Cibo e vino come calamite, quindi, ma poi il turista può spaziare fra i numerosi siti etruschi, dal parco archeologico di Roselle a Vetulonia, ai ruderi di Cosa, alle “vie cave” che portano alle necropoli fino le antiche ville del Giglio e di Giannutri, oppure scegliere una vacanza termale a Saturnia, Sorano o Petriolo, dove ad attenderli ci sono Spa e resort di lusso. “Diventeremo come l’Andalusia, meglio dell’Andalusia, la regione che ha avuto la maggior crescita del Pil in Spagna”, conclude il presidente: “Perché come loro abbiamo le tradizioni: penso ai nostri butteri, il cavallo, le città d’arte, un’offerta turistica variegata e unica in Italia. Il nostro mare non è solo spiaggia, qui c’è vento costante per la vela tutto l’anno e Alessandra Sensini è la miglior testimonial, c’è il diving, c’è la pesca sportiva. Abbiamo anche sei campi da golf, dall’Argentario a Punta Ala, percorsi attrezzati per i cicloamatori. Qui si riposano il corpo e la mente, ma chi ama lo sport trova un ambiente ideale”.

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