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LA CANTINA DI VILLA TAVERNA, RESIDENZA DELL’AMBASCIATA USA A ROMA, APRE I BATTENTI. TAGLIO DEL NASTRO QUESTA MATTINA PER IL PROGETTO REALIZZATO DALL’ARCHITETTO AGNESE MAZZEI. 7.496 LE BOTTIGLIE PRESENTI, TUTTE ITALIANE E AMERICANE

La nuova cantina di Villa Taverna, residenza dell’ambasciata americana a Roma, ha aperto i battenti, dopo solo 9 mesi dalla presentazione del progetto. A celebrare il taglio del nastro del progetto firmato da Agnese Mazzei, questa mattina, alcuni dei più importanti nomi dell’enologia italiana, che hanno contribuito alla realizzazione della cantina donando all’ambasciatore le loro etichette - Franco Biondi Santi, Francesco Mazzei, Francesca Planeta, Piero Antinori, Piero Mastroberardino, Enrico Viglierchio (Banfi) e Lorenzo Biscontin (Santa Margherita) - oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. “L’idea mi è venuta appena arrivato in Italia - ha detto a WineNews l’ambasciatore Ronald Spogli - perché ho visto il giardino, la bella piscina, e mi sono chiesto: e la cantina dove è? Quando mi hanno risposto che non ne esisteva una, sono corso subito ai ripari. Il vino - continua Spogli, che ne è grande appassionato - è una cosa importante di per sé, e lo è anche nelle relazioni diplomatiche, è veicolo di conoscenza e socialità. E poi è uno dei testimoni del legame tra Italia e Usa, visto che il contributo di tanti italiani alla viticoltura americana!”.
E così l’ambasciatore americano ha affidato il progetto ad Agnese Mazzei, della storica famiglia fiorentina, vignaioli dal Quattrocento in Chianti, architetto che ha firmato cantine per Fonterutoli, Sassicaia (la barriccaia), Castello di Brolio e Antinori (la cantina di Montepulciano). Un legame, quello tra i Mazzei e l’America, che risale addirittura alla nascita degli Stati Uniti: Filippo Mazzei, a cavallo tra il 1700 e il 1800 impiantò in Virginia, negli Stati Uniti, un vigneto per l’amico, poi futuro presidente degli Usa, Thomas Jefferson, portando così la cultura della vite nel Nuovo Mondo, e soprattutto è riconosciuto come uno degli ispiratori dei cinque Padri dei costituendi Stati Uniti d’America nella stesura della Dichiarazione di Indipendenza.

In particolare - Agnese Mazzei: ecco il mio progetto ...
La cantina, ad oggi progetto unico al mondo nel suo genere, è strutturata su 3 livelli, interrati sotto il giardino, suddivisi in spazi con diverse funzione (dalla conservazione dei vini all’accoglienza degli ospiti), per un totale di 170 metri quadrati. Le catacombe di tufo che caratterizzano il sottosuolo di Roma, sono state la principale fonte di ispirazione del progetto di Agnese Mazzei.
Il piano -1, al quale si accede dal giardino, è stato pensato come punto di accoglienza, ed è caratterizzato dalla presenza di un ballatoio, che permette alla sala di degustazione, al piano sottostante, di essere concepita come un doppio volume illuminato dalla luce naturale che arriva dal lucernario centrale. Nelle pareti, rivestite in travertino, sono state ricavate nicchie espositive che accompagnano il visitatore lungo il percorso, fino alla sala di degustazione. Tutti gli elementi in legno, comprese le travi decorative, sono in rovere, materiale d’eccellenza per l’invecchiamento del vino, con cui sono realizzare le barrique. Il terzo piano interrato, è quello che richiama di più l’idea delle catacombe, con le sue volte a botte trattate con intonaco pozzolanico, e i pavimenti in lapillo di tufo.
L’ambiente, “arredato” con casellari in rovere, è destinato unicamente allo stoccaggio, e può contenere 5.216 bottiglie, che unite alle 2.280 bottiglie esposte al livello della sala degustazione, portano la capienza complessiva della cantina di Villa Taverna a 7.496 bottiglie. Che ad oggi, per altro, a testimonianza della grande passione dell’ambasciatore per i nettari del Belpaese, tutte italiane e americane. “E anche nella mia cantina privata, il 90% delle etichette sono italiane - confessa Spogli - spero che ... non me ne voglia Sarkozy!”.

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