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La Gazzetta Di Parma

Vinsanto Avignonesi: in risalto tre annate ... Il Vinsanto: un vino in bilico tra leggenda e mistificazione. Nel Medioevo si utilizzava soprattutto per celebrazioni liturgiche ma la sua data di nascita è senz'altro più remota, risalente addirittura all'epoca etrusca-romana. Questo vino si ottiene con uve appassite su graticci, usanza praticata anticamente in tutta l'area mediterranea, poste nell'appassitoio dove, dopo la formazione di muffe nobili, si passa alla pressatura. Ancor oggi la sua produzione rimane piuttosto sconosciuta e frammentata, e le aziende che producono un proprio Vinsanto lo ottengono con colori, aromi e gradi zuccherini diversi. Tutto ciò a scapito della qualità e della rappresentatività della stessa categoria, l'immagine, pertanto, risulta spesso distorta in quanto si commercializzano prodotti non consoni ai canoni di questa tipologia. Prendiamo ora in considerazione alcune delle migliori annate di quello che è considerato all'unanimità il miglior prodotto di questa tipologia: il Vinsanto Avignonesi.

1987: durata in caratello sei anni. Colore bronzo, si evidenziano sentori netti e di grande finezza, frutta secca, in primis noci e albicocche, con un lieve accenno di mostarda di frutta. In bocca risalta per eleganza.

1991: durata in caratello otto anni. Colore bronzo scuro, al naso buona aromaticità. In bocca frutta secca e un concentrato di dolcezza, finale persistente.

1993, durata in caratello nove anni. Colore bruno scuro denso con sentori accentuati di aceto balsamico, mallo, noci e note agrumate di buccia di limone. In bocca si presenta vischioso con un forte grado zuccherino attenuato da una giusta acidità e una ricchezza prorompente nel finale.

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